Sono passati alcuni giorni dal termine della presentazione delle liste elettorali per il rinnovo del Consiglio comunale della nostra Città. Ritengo giusto comunicare ai miei conterranei di Amantea e Campora San Giovanni i motivi della nostra scelta; lo farò a mente fredda e senza ricercare futili e inutili giustificazioni, in quanto un candidato a Sindaco deve assumersi, nel bene e nel male, tutte le proprie responsabilità.Ahimè, dunque, la “lista civica – La Mia Città” non concorrerà alle prossime elezioni perché non sono riuscito ad approntare una squadra che racchiudesse in sé affidabilità, esperienza amministrativa e consistenza elettorale: elementi tali da consentire ai miei concittadini di poter esprimere il voto con convinzione e massima partecipazione. Voglio però precisare che la ricerca di tali elementi – fin dai primi giorni del mese di aprile scorso, momento in cui è avvenuta la mia designazione a candidato a Sindaco – è stata perseguita con determinazione da me e da tutte le belle persone che mi hanno affiancato in questa esperienza pre-elettorale.Non me ne voglia nessuno dei protagonisti di questa fase pre-elettorale, ma probabilmente, nella nostra Città, ha pesato l’assenza totale di qualsivoglia cultura politica, l’unico ingrediente capace di poter avviare proficui dialoghi finalizzati al raggiungimento della migliore sintesi progettuale, nell’esclusivo interesse della nostra Comunità.Il movimento da me rappresentato, frutto della convinta aggregazione di quattro gruppi, aveva probabilmente previsto gli atteggiamenti poco inclini al confronto sui contenuti, e sulle idee programmatiche, nonché caratterizzati da scarso altruismo verso una Comunità già largamente in sofferenza, a causa del dissesto finanziario e dello scioglimento del Consiglio comunale per condizionamenti della criminalità. Due eventi, quest’ultimi, nonostante i conseguenti provvedimenti adottati dalla Corte dei Conti e dal Ministero dell’Interno, forse volutamente ignorati nelle discussioni e interlocuzioni avute da nostri rappresentanti nei mesi scorsi con altre realtà associative ed elettorali.Io stesso, al fine di raggiungere la massima unitarietà di una possibile compagine elettorale, ho proposto, a più raggruppamenti, di aprire un dialogo tra le delegazioni in assenza dei relativi candidati a Sindaco. Questa auspicabile, quanto necessaria, modalità di aprirsi al dialogo, scevra da condizionamenti degli stessi candidati a Sindaco, non ha trovato alcun accoglimento. Infatti, mentre la nostra delegazione si presentava, in mia assenza, ai tavoli per dialogare con le altre forze elettorali, dall’altra parte si è sempre trovata di fronte anche il candidato a Sindaco dell’altro schieramento: un tentativo goffo e politicamente immaturo di far credere all’opinione pubblica che si era aperti al dialogo.E così, in modo effimero, ha vinto l’individualismo sull’altruismo, ha vinto il dilettantismo politico sulla sana capacità di mediazione (il tempo Gianfrà, il tempo ti è mancato Gianfrà…).Ora, il 12 giugno ci appresteremo ad affrontare elezioni strane e surreali, lo si percepisce per le vie della Città, dallo sguardo triste di molte persone che incontriamo, ma che ci incoraggiano ad andare avanti comunque, a non desistere. Ci piace pensare che questo incoraggiamento sia il frutto di una preliminare condivisione del metodo utilizzato dalla mia lista: il coinvolgimento dal basso delle persone umili, oneste e capaci, per esperienze e competenze, di dare un grande e disinteressato contributo alla collettività. Ora dobbiamo proseguire nel cammino intrapreso, lo dobbiamo a chi ha lavorato al programma elettorale che non butteremo, comunque, nel cestino. Lo dobbiamo ai nostri candidati che, con coraggio e generosità, si erano resi disponibili ad accogliere questa difficile sfida. Lo dobbiamo anche ad alcuni amici di Campora San Giovanni che mi hanno, e ci hanno, mostrato vicinanza e stima sino all’ultimo giorno (il tempo Gianfrà, il tempo ti è mancato Gianfrà…). A questo punto dobbiamo augurarci che chi vincerà le elezioni aiuti la nostra Città a rialzarsi. Un umile consiglio ai futuri amministratori: fatelo con amore e senza supponenza, aprendovi (come avremmo fatto noi) a quanti possono e vogliono dare un contributo!Uno dei miei cinque maestri in politica, l’unico rimasto in vita, mi ha detto domenica scorsa: il tempo Gianfrà, il tempo ti è mancato Gianfrà… L’ennesimo insegnamento! Grazie maestro e grazie a quanti, tra i quali il mio splendido gruppo della comunicazione, hanno condiviso con me questa breve avventura, forse sfortunata e con qualche errore di valutazione fatto, ma affrontata sempre a testa alta con il solo e unico intento di contribuire a risollevare le sorti della nostra bellissima Città. Gianfranco SurianoNota stampa del 17 maggio 2022