Dal carcere agli arresti domiciliari, nella città di Milano, Lorenzo Pandolfi, 25 anni, accusato di estorsione col metodo mafioso e rapina. Il giovane, difeso dagli avvocati Luigi Bottino e Giuseppe Pizziment era stato tratto in arresto con altre persone per aver messo delle bottiglie incendiarie sui mezzi della “Eds infrastrutture spa” per i lavori che stava effettuando a Santa Domenica Talao. «Stai lavorando da due settimane qua e non ci hai interpellati.

Chi viene qua è solito fare un regalino. Siccome tu non sei nuovo di queste cose, sai che ci devi dare dei soldi. Il regalino ammonta a cinquemila euro. L’unica cosa è che questo regalino deve essere fatto entro questa settimana perché altrimenti finiscono i lavori. Il regalino deve essere fatto entro venerdì, altrimenti vi fermate in attesa che risolviamo il problema. se continuate a lavorare, avete problemi con i mezzi e non ci sono posti sicuri dove metterli; o alla scuola o alla piazza. Perché noi arriviamo anche in Sicilia», queste le frasi che sarebbero state pronunciate. Gli avvocati Bottino e Pizzimenti avevano proposto Appello per Pandolfi, avverso l’ordinanza di rigetto del giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catanzaro il 5 febbraio 2019 in relazione all’istanza di revoca o sostituzione della misura cautelare della detenzione in carcere applicata per il reato di estorsione con il metodo mafioso. Il fermo era stato effettuato dai carabinieri di Scalea, a fine gennaio, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia. 

La richiesta dei legali: “in considerazione della mancanza di qualsivoglia circostanza di fatto indicativa di un concreto e attuale pericolo per l’acquisizione o la genuinità della prova”, anche dell’incensuratezza e giovane età dell’indagato e della circostanza che il complice è attualmente ristretto in carcere e “dell’asserita assenza di concretezza e attualità del pericolo di recidivanza”. Il giudice ritenuta raggiunta la prova cautelare a carico dell’indagato, ha ravvisato il pericolo di reiterazione del reato in relazione alla gravità della condotta, sintomatica di pericolosità delinquenziale ha accolto la richiesta di sostituzione della misura, fondata tra l’altro sulla possibilità di eseguirla in territorio distante dai fatti in contestazione, ha concesso gli arresti domiciliari a Milano.

 

Fonte ed articolo su Miocomune.it