Atteggiamenti “scomposti”. Sono stati definiti inizialmente così, da alcuni genitori, i comportamenti di un insegnante nei confronti dei piccoli alunni, tutti di età compresa fra i 5 e i 7 anni, che frequentano una scuola primaria nel comune di Falerna. Racconti, fantasie di bambini che, però, hanno destato più di qualche preoccupazione in quelle mamme e quei papà che, trovando nei racconti dei propri figli un filo comune, si sono rivolti al dirigente scolastico il quale, a sua volta, non ha esitato a contattare i Carabinieri per le verifiche del caso.

È iniziata così, sotto la direzione della Procura di Lamezia Terme, l’attività di videosorveglianza delle aule in cui insegnava la maestra di 56 anni e che ha permesso di documentare gravi indizi di colpevolezza nei confronti della donna ritenuta responsabile di maltrattamenti in danno di minori. Dalla visione e dall’ascolto dei filmati captati, infatti, è emerso l’abituale atteggiamento della docente che era solita utilizzare un sistema di correzione delle condotte dei piccoli alunni caratterizzato da espressioni di violenza verbale, spesso accompagnate da gesti di violenza fisica. Prima uno schiaffo, poi un altro: “smettila di urlare che ti faccio il muso a sangue”.

Parole e azioni che, secondo quanto si apprende, seppur non provocavano gravi lesioni nei bambini travalicavano quell’idea di “animus corrigendi”. I militari, inoltre, hanno registrato numerosi episodi in cui l’insegnante, oltre ad adottare reiteratamente mezzi di correzione fisica, quotidianamente si lasciava andare ad espressioni gratuitamente denigratorie nei confronti dei piccoli a lei affidati. “Porco … maiale … sono stanca, dovete stare divisi, ognuno nel suo recinto…”.

Il quadro definitivo che si è delineato, ritrae un metodo di insegnamento nell’ambito del quale troverebbero sistematicamente posto minacce, ingiurie e violenze, talune assolutamente al di fuori di qualsivoglia sistema di correzione, educazione o disciplina tenuto anche conto della tenera età dei ragazzi. Un quadro che ha portato la locale Procura della Repubblica a richiedere l’applicazione di idonea misura cautelare, emessa dal Tribunale di Lamezia Terme ed in ottemperanza della quale la donna è stata arrestata e posta ai domiciliari nella mattinata odierna.

(Iacchitè.blog)