PAOLA– Lo avevamo detto, ed è stato confermato anche da altri organi di stampa regionali e locali. La minoranza consiliare del comune di Paola ha accusato i primi segni di cedimento, e, in occasione dell’ultimo consiglio comunale si è mostrata confusa, a tratti persino impacciata sul voto al punto dell’ordine del giorno più importante: Quello approvato da Politano e soci, ovvero il Riequilibrio di bilancio.

Gli ultimi lavori in aula restituiscono alla politica paolana una maggioranza più granitica. L’addio de “La Migliore Calabria”, ha per certi versi rasserenato il gruppo, e l’assenza dell’avv. Marilena Focetola per motivi personali, non conta sul piano dei numeri, a maggior ragione se tra le fila dell’opposizione regna il caos intravisto.

Eppure i gruppi di minoranza si erano riuniti in un noto studio legale della città di Paola proprio per discutere del bilancio e per concordare una strategia unica.

Un piano però naufragato man mano che i minuti passavano in aula.

E così, mentre il neo assessore con delega al ramo Pasquale Filella ribatteva con pacatezza colpo su colpo, tra i vari gruppi erano evidenti imbarazzi, persino scarsa comunicazione tra consiglieri appartenenti allo stesso schieramento. È ormai palese. La minoranza in termini di dichiarazioni di voto esce sfaldata. Mentre Ciodaro, Grupillo, D’Arienzo e Vilardi bocciano il riequilibrio di bilancio – manovra approvata dalla maggioranza per evitare la dichiarazione di dissesto ereditata che avrebbe paralizzato Paola negando all’ente persino la possibilità di accendere mutui – Perrotta e Saragò si astengono. Ovviamente appare evidente il motivo politico che ha spinto gli ex amministratori ad astenersi, data la loro attività di amministratori nella passata legislatura.

Perrotta e Saragò sul voto prendono le distanze dal resto della minoranza, quasi affidandosi al buon senso di responsabilità della giunta Politano.

Che questa spaccatura possa o meno diventare insanabile è presto detto.

Quel che è certo, è che dopo tante note ufficiali uscite sulla stampa l’opposizione ha steccato il consiglio comunale, sbagliando il calcio di rigore e dimostrando di non avere unione di intenti.

Dall’Aula Francesco Lo Giudice fuoriescono anche ulteriori segnali politici.

Questione di documenti.

Quello della discordia è stato sottoscritto solo dalla dott.ssa Ciodaro e dal consigliere D’Arienzo.

Manca all’appello il consigliere comunale, Josè Grupillo, politico navigato che ha dimostrato ancora una volta di saper leggere i momenti e di ragionare in assoluta libertà. C’è poi il caso legato a Renato Vilardi, neo consigliere di minoranza, espressione dinataliana, appena accomodatosi nell’altro lato del Sant Agostino.

Vilardi, rispettando la volontà de “La Migliore Calabria”, ha bocciato il riequilibrio di bilancio al quale aveva alacramente lavorato fino a qualche settimana fa, l’ex assessore Francesca Sbano, espressione del suo stesso gruppo. Eppure PD e Migliore Calabria avevano anche richiesto alla maggioranza di evitare ad ogni costo il dissesto finanziario. Il cambio di programma dinataliano ha portato il suo unico rappresentante in consiglio comunale a disattendere quanto detto e fatto fino a Luglio.

Modus operandi, questo, aspramente criticato dal capogruppo di “Insieme”, Marco Minervino, in una lunga disamina tesa a demolire l’assetto politico dei Dem.

Resta da capire se il Partito Democratico Paolano volesse o meno la dichiarazione di dissesto finanziario dell’ente, dopo aver avuto per dodici mesi la delega sui conti dell’ente.

Aspetti che sicuramente genereranno reazioni nelle prossime ore. Chi vivrà vedrà.

….Continua….