Il Codacons replica alle dichiarazioni del commissario Sorical, Luigi Incarnato che, scagliandosi contro i ritardi dei pagamenti da parte dei Comuni, ipotizza il rischio default per il servizio idrico in Calabria.
“Se il sistema va in default ognuno si deve assumere le responsabilità. Non c’è più tempo per le polemiche”, così termina la nota diffusa dal Commissario liquidatore, sulla situazione del servizio idrico regionale.


Ed è proprio per capire di chi siano queste responsabilità che è necessario ristabilire la verità sulle dichiarazioni dell’attuale Commissario – afferma Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons.
Partiamo dagli investimenti programmati dalla giunta Loiero.
Incarnato, che all’epoca era assessore regionale ai lavori pubblici, parla di 100 milioni di euro e sostiene che “chi è venuto dopo di noi non li ha spesi”.
Gli investimenti sono sempre stati l’argomento trainante di tutte le privatizzazioni perché, questa era ed è la giustificazione, il “pubblico” non ha i soldi necessari e, quindi, deve ricorrere al “privato”.


E così è avvenuto anche in Calabria. Si sono affidati gli acquedotti regionali a SoRiCal SpA e, nella convenzione, veniva previsto l’impegno del privato a rilasciare “formale garanzia fidejussoria entro un limite massimo di Euro 206.582.000,76” (400 miliardi di vecchie lire) e a realizzare, nei primi quattro anni, investimenti per euro 98.643.267,73 (191 miliardi di vecchie lire).
Ma di quei 400 miliardi di lire si sono perse le tracce. “Mai ritrovati” affermò Luigi De Magistris – sostiene Di Lieto – in una delle sue ultime inchieste prima di dover lasciare Catanzaro.
Chissà perché Incarnato, quando ricopriva il ruolo di assessore regionale ai lavori pubblici, non chiese lumi su quei 400 miliardi, che dovevano servire per gli investimenti sugli acquedotti e che di fatto si erano dissolti nel nulla.

 


Chissà perché Incarnato non ha controllato, da assessore regionale, che nei primi 4 anni di gestione fossero realizzati gli investimenti previsti in Convenzione (98.643.267,73 di euro) e che dovevano essere effettuati con i fondi del socio privato, ovvero Veolia.
Domande ancora oggi, tristemente prive di risposta.
Anche se, forse, la verità sui danari che i francesi avrebbero dovuto investire per la gestione degli acquedotti è, drammaticamente emersa in un dibattito presso il Consiglio Regionale quando è venuto fuori che ”le risorse erogate da parte della Regione in questi anni sono state per 147 milioni di euro che erano soldi che dovevano essere versati da parte del socio privato Veolia e da parte del socio pubblico Regione. La Regione ha versato l’80 % di queste risorse mentre Veolia non ha mai versato nulla in questi anni.”
Vorremmo rammentare all’ex assessore Incarnato – incalza Di Lieto – che, proprio la sua giunta regionale, autorizzò la concessione di anticipazioni di denaro contante alla So.Ri.Cal. SpA “per la realizzazione degli investimenti previsti dal programma 2005/2009”.
E, per facilitare la memoria, ricordiamo al Commissario che tanto avvenne con D.G.R. nr. 650 dell’8 ottobre 2007.
In buona sostanza Veolia, che avrebbe dovuto avere la disponibilità di centinaia di milioni di euro per realizzare gli investimenti – sostiene Di Lieto – è stato finanziato dalla Regione Calabria !
Ed ora chi si lamenta ? … chi ha contribuito a realizzare questo paradosso.
La Regione ha “donato” a So.Ri.Cal. SpA, fino al 2016, 24.375.000,00 euro e, di tale somma – prosegue la nota del Codacons – non siamo riusciti a rinvenire alcun rimborso effettuato da Sorical alla Regione Calabria.
Praticamente la “Regione era una mucca da mungere per fare tutto quello che era possibile, per favorire il privato, che non era controllato né si faceva controllare”.
Ma non finisce qui. Infatti, in attesa che il Commissario trovi il tempo per risponderci, ai Calabresi, trattati come “mucche da mungere”, viene regalata anche la beffa.
Nella tariffa applicata ai comuni sono stati fatti pesare investimenti per complessivi 123.817.000,00 euro, a fronte di investimenti realizzati (stando a quanto dichiarato da So.Ri.Cal. SpA) di 54.948.000,00 euro.
Quindi i Calabresi hanno visto sparire oltre 202 milioni di euro che dovevano servire a realizzare gli investimenti sui nostri acquedotti, concedere dalla Regione a SoRiCal decine di milioni di euro e infine pagare tariffe gravate di investimenti mai realizzati !
Confidando che l’on. Incarnato voglia prendere una posizione – prosegue Di Lieto – passiamo ad esaminare l’altro tema “caldo”: le tariffe.
Piange miseria Sorical, per colpa del mancato pagamento dei comuni.
E qui il nostro Commissario si supera. Per cui proviamo a far chiarezza.
Quando la gestione era effettuata direttamente dalla Regione, il prezzo dell’acqua per i Cittadini era stabilito (ovviamente senza utili di bilancio) considerando tutte le spese effettuate per la gestione degli acquedotti, comprese anche quelle relative alla manutenzione straordinaria di recupero e di adeguamento di opere ed impianti e quelle relative all’acquisto di materiali.
La SoRiCal ha da sempre considerato tali spese come investimenti e pertanto da recuperare in tariffa con futuri aumenti, senza però avere depurato la tariffa iniziale dalla quota che incideva per questi stessi investimenti.
Quindi, nell’interesse dei Calabresi, la tariffa iniziale avrebbe dovuto essere diminuita della quota relativa alle attività che, con la gestione della SoRiCal, sono considerate investimenti.
Pertanto la tariffa ha subìto un aumento iniziale “mascherato” valutabile nell’ordine del 15-20%.
Ma l’aspetto più grave – continua Di Lieto – è l’illegittimità degli adeguamenti tariffari e, soprattutto, che Incarnato finga di non conoscere.
Nel luglio del 2009 la Corte Costituzionale ritenne “non fondato” il ricorso della Regione Calabria che avocava a sé la competenza degli adeguamenti tariffari da applicare ai comuni, ed evidenziò che la competenza era “esclusiva dello Stato”.
All’epoca, se non ricordo male – ironizza Di Lieto – Incarnato era assessore regionale ai lavori pubblici e non rammento abbia fatto nulla per riportare sui binari della legalità gli adeguamenti delle tariffe nonostante fosse in vigore la delibera CIPE 117/08 la cui applicazione avrebbe legittimato gli adeguamenti stessi.
E così, grazie a “complicità diffuse” la sentenza della Consulta in Calabria è stata ignorata, per permettere il miracolo della moltiplicazione delle tariffe.
Gli aumenti, infatti, in disprezzo ad ogni normativa, sono stati stabiliti dalla Regione o, addirittura, dalla stessa Sorical SpA.
Per cui il Commissario sa perfettamente come i comuni – e quindi i Cittadini calabresi – abbiano pagato somme non dovute.
L’esempio delle mucche da mungere (usato proprio in Consiglio regionale) mai fu più calzante.
Una precisazione è poi d’obbligo riguardo la cifra anticipata dalla Regione per garantire il servizio idrico e che Incarnato ha indicato in 70 milioni di euro “negli anni 80, 90 e inizio 2000”.
La cifra è falsa e per verificarlo basta scorrere le delibere regionali: per il 1999 (49,58 milioni di euro), per il 2000 (57 milioni di euro), per il 2001 (59,87 milioni di euro), per il 2002 (58,92 milioni di euro), per il 2003 (62,8 milioni di euro), per il 2004 (63,85 milioni di euro).
Incarnato ha, poi, fatto bene a ricordare come la Regione al termine della sua gestione abbia lasciato un credito di oltre 450 milioni di euro da parte dei Comuni, ma ha omesso di precisare che a nessun Comune, e quindi alle famiglie Calabresi, è stata mai ridotta o, peggio, interrotta la portata d’acqua … come è avvenuto sotto la sua gestione, per riscuotere tariffe illegittime.
La soluzione, secondo il Commissario, sarebbe quella di far uscire di scena il privato (Veolia), magari con un applauso, dopo che, per tanti anni, ha vessato i calabresi con investimenti mai realizzati, tariffe illegittime ed aver intascato centinaia di milioni di euro.
“Ognuno si deve prendere le proprie responsabilità”. Si, ha proprio ragione on. Incarnato e per questo attendiamo che Lei si assuma tutte le sue di responsabilità … e che in Calabria sia ripristinata la legalità tariffaria.