Solo un’assoluzione nel processo di primo grado “Sansone”. Le cosche di Villa San Giovanni e di Archi sepolte da oltre cinque secoli di carcere. Regge in pieno l’accusa portata avanti dai pm Walter Ignazitto e Giuseppe Lombardo davanti al gup distrettuale Filippo Aragona. 20 anni al boss Pasquale Bertuca, così come per Bruno Antonino Tegano e Domenico Zito. E ancora, 20 anni al boss Domenico Condello “Micu u pacciu” e 14 all’imprenditore Domenico Calabrese. L’indagine “Sansone”, oltre a monitorare le dinamiche criminali su Villa San Giovanni e dintorni, ha anche smantellato la rete dei fiancheggiatori che hanno permesso al boss Domenico Condello, soprannominato “Micu u pacciu”, di trascorrere una latitanza durata oltre 20 anni. Il suo arresto risale al 10 ottobre del 2012. La Dda poi, avrebbe fatto luce su almeno venti episodi estorsivi. Lavori piccoli, ma anche grandi opere pubbliche e private che in alcuni casi superavano il mezzo milione di euro, le cosche pretendevano che gli imprenditori si piegassero alle loro richieste. Ma non sempre gli imprenditori erano vittime. Ad essere accusati di associazione mafiosa sono i cugini Domenico e Pasquale Calabrese, per gli inquirenti gravitanti nell’orbita degli Zito-Bertuca. «Nella loro veste, è scritto nel fermo dell’indagine “Sansone”, di soggetti imprenditoriali attivi nel settore dell’edilizia residenziale e non, oltre che nel settore delle pulizie, della disinfestazione, derattizzazione e sanificazione, hanno il compito di scrutare il panorama economico e di riferire al sodalizio di ogni nuova iniziativa affinché i vertici facciano pervenire le richieste estorsive; Inoltre, sulla base di precisi accordi con il capo cosca Pasquale Bertuca si impegnavano a conferire – autonomamente ed automaticamente – parte dei guadagni e degli utili di impresa al sodalizio, senza sottostare ad alcuna forma di imposizione, ricevendone in cambio protezione». Per i pm i cugini Calabresi sono due imprenditori che sono vicino agli ambienti malavitosi tanto da poterli definire «pienamente partecipi degli assetti mafiosi ed assolutamente intranei alla cosca Zito-Bertuca». Condanna a 5 anni di carcere per il collaboratore di giustizia Vincenzo Cristiano che ha deciso di “pentirsi” subito dopo l’arresto. Durante l’interrogatorio svoltosi davanti al gip, subito dopo il fermo eseguito dai militari dell’Arma del comando provinciale reggino, Cristiano decise di intraprendere un percorso di collaborazione con la giustizia e diventó a tutti gli effetti un “pentito” e attualmente si trova inserito all’interno di un programma di protezione. Vincenzo Cristiano, detto “Enzo”, è accusato di essere un uomo del clan Zito-Buda-Bertuca attivo a Villa San Giovanni e dintorni. L’accusa mossa nei suoi confronti è quella di associazione mafiosa in particolare, si legge nelle carte dell’inchiesta “Sansone”, di essere un «partecipe dell’assetto mafioso facente capo alla cosca Zito-Bertuca, con il compito di trasmettere- su disposizione del Bertuca- i messaggi della cosca agli imprenditori cui veniva richiesto il pagamento del pizzo e di curare le relazioni con gli affiliati alla cosca Condello, al fine di procurare degli incontri chiarificatori fra i referenti delle due cosche di ‘ndrangheta, per concordare il riparto dei proventi illeciti ed evitare una duplicazione delle richieste estorsive». In buona sostanza faceva da trait d’union fra le due ‘ndrine. Il tutto per evitare di chiedere due volte le estorsioni agli imprenditori che le cosche avevano scelto di vessare. Ecco il dettaglio: Araniti Carmelo 5 anni Battaglia Michele 4 anni Benestare Angelo 14 anni Bertuca Felicia, 18 anni Bertuca Pasquale, 20 anni Bertuca Pietro, 10 anni Bertuca Vincenzo, 20 anni Bonforte Domenico, 12 anni e 8 mesi Buda Santo, 20 anni Calabrese Domenico, 14 anni Condello Domenico, classe 1956 20 anni Condello Domenico, classe 1972 18 anni Condello Luciano, 10 anni e 8 mesi Cotroneo Attilio, 14 anni Cristiano Vincenzo, 5 anni Falcone Grazia, 3 anni Giustra Francesco, 4 anni Idone Alessandro, 14 anni Idone Antonino, 5 anni Laganà Fortunato, 14 anni Latella Giacomo, 14 anni Liotta Alfio, 20 anni Malara Giovanni, 18 anni Marcianó Giuseppe, 4 anni Marra Renato, 14 anni Megale Roberto, 14 anni Megale Sebastiano, 4 anni Morgante Roberto, assolto Oliveri Antonio, 3 anni Oliveri Giovanni, 3 anni Palermo Andrea, 4 anni Plutino Antonino, 4 anni Riniti Antonino, 14 anni e 8 mesi Ripepi Giuseppe, 4 anni Romeo Maria Caterina, 10 anni e 8 mesi Scappatura Giuseppe, 14 anni Scarfone Alberto, 16 anni Scarfone Rocco, 14 anni Sottilaro Antonino, 14 anni Sottilaro Francesco, 10 anni Sottilaro Vincenzo, 18 anni Sottilotta Lorenzo, 14 anni Tegano Bruno Antonino, 20 anni Vazzana Andrea Carmelo, 20 anni Vermiglio Giuseppe, 3 anni Viglianisi Domenico, 14 anni Zito Domenico, 20 anni