Antonio Raso, presunto “promotore” del locale di ‘ndrangheta di Aosta, “nel dicembre 2014, si è attivato per organizzare un incontro tra il presidente della Regione Valle d’Aosta Rollandin Augusto e il presidente della Regione Calabria Oliverio Gerardo Mario (esponente del Partito Democratico)”.

La riunione, che poi non ebbe luogo, “avrebbe dovuto svolgersi nella pizzeria di Raso il 31 gennaio 2015, in concomitanza con la Fiera di Sant’Orso”. Lo scrive il gip di Torino Silvia Salvadori nell’ordinanza dell’operazione Geenna, specificando “come non sia emerso alcun fatto penalmente rilevante per Oliverio”, che non è indagato.

“Nelle intenzioni di Raso, l’incontro sarebbe dovuto avvenire in pompa magna per dare un forte segnale del legame tra la comunità calabrese di Aosta e la Calabria, ma soprattutto l’evento si sarebbe dovuto svolgere presso la sua pizzeria per far comprendere che i registi dell’operazione erano lui e suo cugino Salvatore Addario, presidente del Cna della Valle d’Aosta”. “Ci tengono tanto – dice Raso telefonando ad un esponente del Pd di Locri – ma non è per questo, perché la cosa è molto diversa da quella che pensi, qua è una realtà un po’ diversa, siamo 34 mila calabresi, siamo un quarto della popolazione, sai cosa vuol dire questo? Vuol dire tanto per tutti”. Pochi giorni dopo, Raso gli spiega: “Qui c’è l’assessore Sorbara, abbiamo il consigliere Borrello della provincia di Reggio, quelli là che sono i nostri sono tutti invitati qua, la stampa, tutto”. (ANSA)