Reggio Calabria – Patenti facili a Reggio Calabria: sono 71, di cui 11 pubblici funzionari, le persone indagate nell’operazione “Senso Unico” condotta dai finanzieri del Comando provinciale con il coordinamento del procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, dell’aggiunto Gerardo Dominijanni e dei pm Sara Amerio e Nunzio De Salvo. Uno dei pubblici ufficiali coinvolti, Ivan Emanuele di 58 anni, in servizio alla Motorizzazione di Pistoia, è finito agli arresti domiciliari in esecuzione di un’ordinanza emessa dal Gip reggino Federica Brugnara, assieme al titolare di un’autoscuola, Martino Infantino di 55. Disposta anche un’interdittiva con applicazione del divieto temporaneo di esercitare le attività professionali nei confronti di un altro titolare di autoscuola, Saverio Tripodi di 50 anni, nonché il sequestro preventivo di cinque società esercenti le attività di autoscuole, scuole di pilotaggio e nautiche e del loro patrimonio aziendale. Al blitz hanno partecipato anche i finanzieri del comando provinciale di Pistoia e Brescia. In queste ore, infatti, sono in corso, perquisizioni presso gli uffici dei funzionari pubblici infedeli delle Motorizzazioni civili di Reggio Calabria e Pistoia. Nei confronti dei due uffici, inoltre, la Procura ha emesso un ordine di esibizione di documentazione. Le perquisizioni hanno riguardato 11 sedi legali ed unità locali delle autoscuole finite al centro dell’inchiesta.

C’è chi avrebbe superato la prova teorica a quiz con procedura informatica addirittura con pc spento o, come è accaduto ad una candidata, perfino rimanendo fuori dall’aula d’esami. O, ancora, utilizzando auricolari miniaturizzati senza fili. Erano diversi gli escamotage messi in atto dal “sistema” scoperto dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria e che ha fatto emergere l’esistenza di un’associazione a delinquere, composta da 13 soggetti di cui facevano parte titolari e dipendenti di autoscuole e funzionari pubblici. Sarebbe Martino Infantino, titolare di un’autoscuola a Taurianova, secondo gli investigatori l’ideatore e il “dominus” dell’organizzazione, che, tramite la commissione di una serie di reati, tra i quali truffa, corruzione e falso, avrebbe agevolato, fino a falsarne l’esito dietro cospicuo pagamento, le procedure di concessione di abilitazioni alla guida di veicoli di ogni genere, a favore di oltre 50 soggetti.

Le indagini del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno riguardato condotte illecite realizzate da alcune autoscuole nelle province di Reggio Calabria, Pistoia e Brescia. Infantino, attraverso una rete di pubblici dipendenti infedeli, sarebbe riuscito ad estendere i propri illeciti interessi in Calabria, Toscana e Lombardia. Beneficiari del sistema sono risultati vari soggetti, soprattutto di origine straniera, spesso con palesi difficoltà a leggere e comprendere la lingua italiana e privi di adeguata preparazione teorica e pratica. Il sistema era semplice: per far superare l’esame di guida i componenti di quest’associazione a delinquere avrebbero organizzato ogni minimo particolare, a partire dalla scelta dell’esaminatore più “comodo” che in numerosi casi compilava direttamente i quiz riservati ai candidati. Quando non avveniva ciò l’omissione di vigilanza, consentiva agli aspiranti patentati l’utilizzo di apparecchiature elettroniche o telefoni cellulari, ovviamente non ammessi, per poter ricevere le risposte esatte. Un servizio completo che fruttava agli indagati compensi fino a 14mila euro.