“Non accettiamo lezioni da parte di chi continua a bearsi dei propri fallimenti e con le bende sugli occhi disamministra un comune ormai sull’orlo del baratro. Sempre le stesse persone, da destra a sinistra, governano Paola da decenni, con pesanti ricadute sul tessuto economico e sociale. Non siamo soliti replicare a chi dovrebbe dimostrare coi fatti la propria buonafede, ma avvertiamo forte il dovere di verità nei confronti dei cittadini. Sono anni ormai che veniamo attaccati solo perché abbiamo la buona abitudine di leggere le carte, di approfondire, di non fidarci di quello che altri vogliono lasciare intendere; quelle stesse carte che qualcuno – nonostante gli anni di responsabilità politica e amministrativa – dovrebbe conoscere a memoria ma che, per sua stessa ammissione, fatica a comprendere. Secondo questa maggioranza, che governa indisturbata Paola da oltre vent’anni, avevamo torto quando preannunciavamo un nuovo dissesto, dandoci ragione solo adesso, nonostante le proprie responsabilità dirette sull’attuale deficit strutturale. Avevamo torto quando denunciavamo i buchi e i disservizi della Tari, per poi ammettere ora che avevamo ragione, col tentativo di scaricare su altri l’aumento per conguagli arretrati. Avevamo torto quando denunciavamo l’irregolarità delle tariffe IMU e TARI, ma davanti alle dichiarazioni del Ministero sono stati costretti, anche questa volta, ad ammettere i propri errori con tanto di ulteriori buchi di bilancio. Ora, nonostante le evidenze, si cerca di far passare – attraverso inconsistenti operazioni di facciata – rimborsi mai avvenuti, ma questa volta la risposta la potranno dare direttamente i cittadini, poiché ognuno sa bene quanto ha pagato in eccesso di canone idrico negli anni 2013, 2014 e 2015 e quanto gli è stato restituito dal 2021 ad oggi: Zero! Non serve ribadire che ad amministrare erano e sono sempre le stesse persone, ma andiamo agli aspetti tecnici della vicenda. A detta dell’amministrazione Politano e dei propri consulenti, la quota da restituire ai cittadini è stata spalmata nelle tre annualità 2021, 2022 e 2023 operando di fatto una riduzione omogenea sulla tariffa. Ogni cittadino potrà riscontrare da sé – nell’ultima bolletta sull’idrico del 2022 (relativa ai consumi 2021) – se le tariffe sono diminuite oppure aumentate rispetto agli anni precedenti. In ogni caso, il rimborso doveva avvenire sulla base delle singole posizioni, ovvero tenendo conto di quanto ogni singolo cittadino aveva pagato in precedenza. Per ipotesi, se un cittadino avesse pagato 1000 euro, gli andrebbe rimborsata la quota parte pagata in più, ad esempio 300 euro sulla base del ricalcolo delle tariffe; se avesse pagato 700 euro, gli andrebbero rimborsati 210 euro. Se, invece, un contribuente avesse pagato zero per quelle stesse annualità, chiaramente non avrebbe diritto ad alcun rimborso. Così, invece, si sta facendo passare una manovra di ordinaria amministrazione – per calmierare le tariffe che altrimenti avrebbero di nuovo oltrepassato la soglia di legittimità – come un’operazione di restituzione del maltolto, anche nei confronti di chi non ha versato un euro.

Chi ha pensato di effettuare un conguaglio di 391 mila euro applicandolo ad una tariffa illegittima di 2,6 milioni (visto che il limite massimo era stato fissato da ARERA in 2,1 milioni di euro)? Come si può ritenere congruo un conguaglio complessivo di sole 391 mila euro rispetto a tariffe che sforavano il limite ARERA per circa 600 mila euro l’anno, ovvero 1,8 milioni nel triennio? Sussiste, inoltre, il rischio che con una simile operazione si violi il principio di legge che impone di coprire con le tasse il costo totale del servizio. E il danno è per chi ha pagato, puntualmente e con regolarità, il quale vedrà sottratto il proprio diritto al rimborso e spalmato su tutti gli altri ruoli. Di certo non è un incentivo per promuovere i pagamenti, né azione di efficienza e giustizia amministrativa.Per fortuna c’è chi si ostina a leggere le carte, piuttosto che fidarsi della parola dei soliti noti. Come è possibile immaginare una restituzione collettiva, applicando una riduzione sulle tariffe, senza restituire ad ogni singolo cittadino, contribuente effettivo e non ipotetico, il maltolto? Mai come in questo caso i cittadini potranno farsi un’idea su chi ha a cuore il destino di questa città, rispetto a chi continua a recitare un ruolo per mero esercizio del potere. Per non parlare della mortificazione e nel contempo indignazione di tutti quei cittadini che in questi giorni si sono visti recapitare avvisi di accertamento per bollette pagate con puntualità alle rispettive scadenze, insieme a bollette oramai prescritte, senza che questo venisse indicato.
Dunque, siamo di fronte all’ennesimo diritto negato, un ulteriore bluff della politica per sfuggire alle proprie responsabilità. Si confondono le acque per non restituire ai contribuenti quanto pagato in eccesso, ovvero 1,8 milioni di euro, facendo passare quello che è soltanto un atto dovuto per rimanere nei limiti ARERA come uno “sconto sull’aumento della tariffa” di sole 391 mila euro.

Come è nostra consuetudine, noi, però, andremo fino in fondo alla vicenda, già a dicembre abbiamo scritto ad ARERA per segnalare il mancato ricalcolo delle tariffe. Continueremo a tutelare la cittadinanza grazie all’azione dei nostri rappresentanti in Consiglio comunale. Nei prossimi giorni organizzeremo una diretta social per interloquire direttamente con la cittadinanza e fornire loro i chiarimenti necessari”. È quanto rende noto Il Gruppo Consiliare “Rete dei Beni Comuni“.