C’è una premessa doverosa da fare prima di scrivere una sola riga su questo argomento: la Commissione antimafia non serve a niente. Da quando è stata istituita, nel 1962, non ha mai prodotto nulla di concreto per favorire e aiutare chi la mafia la combatte davvero. Se mai è stato l’esatto contrario: da quando esiste la Commissione antimafia, le organizzazioni criminali si sono rafforzate. Infatti è a partire dagli anni sessanta, gli anni del famoso boom economico, che le mafie proliferano costruendo dei veri e propri imperi economici.

Nel silenzio totale della Commissione antimafia la cui attività, ieri come oggi, non è mai andata oltre a qualche seduta di parata o di facciata, senza alcun costrutto.

Più che costruire politiche attive contro le mafie, la Commissione antimafia, oggi denominata “Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere”, è stata sempre impegnata a nascondere ai cittadini la verità sul potere mafioso. E questo perché, nella stragrande maggioranza dei casi, i membri (senatori e deputati) che compongono la Commissione sono accriccati col potere masso/mafioso, messi lì di proposito per controllare che nulla, in merito alla collusione politica/mafiosa, trapeli e che tutto venga sistematicamente insabbiato.

Qualche esempio di componenti della Commissione (per quel che riguarda la Calabria) accriccaticol potere masso/mafioso:Ernesto Magorno, Enza Bruno Bossio.

 

Enza Bruno Bossio, altrimenti detta Madame Fifì, è la principale responsabile del sottosviluppo dei nostri territori. Ha gestito in maniera fraudolenta e poco chiara milioni di euro (polo tecnologico) senza mai produrre un solo posto di lavoro, intrallazzando con personaggi borderline che neanche nei romanzi di Giancarlo De Cataldo li trovi.

Ernesto Magorno, alias don Magorno, appare addirittura in una conversazione, intercetta dai Ros, dove lo stesso si vantava in auto con il braccio destro di Muto, dei tanti favori fatti al boss di Cetraro. Non ci vuole certo Sherlock Holmes per capire che se questi sono i componenti della Commissione antimafia, i mafiosi possono dormire sonni tranquilli.

E anche nell’ufficializzazione dei nuovi componenti dellaCommissione antimafia della XVIII legislatura non mancano i personaggi che dovranno garantire, ancora una volta agli amici degli amici, l’omertà della Commissione.

Qualche esempio: Jole Santelli, nominata vice presidente della Commissione. La domanda è lecita: può l’onorevole Santelli essere obiettiva, o denunciare, qualora la Commissione decidesse di approfondire e portare alla pubblica attenzione il famoso “Sistema Cosenza” (già discusso nella precedente Commissione a presidenza Rosy Bindi e abilmente insabbiata) se lei è vicesindaco di Cosenza, e protettrice di Occhiuto, ovvero il soggetto preso in esame, insieme a molti altri politici locali, dalla Dda di Catanzaro in merito a collusione politica/mafiosa e voto di scambio a Cosenza? Certo che no. Farà di tutto affinchè di ciò, in Commissione non si parli mai. È questo il suo “mandato”.

E neanche il senatore Morra, nominato presidente della Commissione antimafia, potrà impedire questo. Sarà costretto, suo malgrado, ad adeguarsi all’andazzo storico della Commissione: insabbiare e tacitare tutto ciò che riguarda la collusione politica/mafiosa. Eppure sulla carta, la Commissione, ha tanti poteri, anche quello investigativo, che nessuno ha mai esercitato. Questo è. Il,cambiamento è ancora lontano.

Una cosa però Morra la può fare: ha finalmente la possibilità di dimostrare, alla Santelli e a Occhiuto, che suo figlio non è invischiato in nessuna indagine della Dda di Catanzaro. E chissà che Morra non dia anche la possibilità alla Santelli di dimostrare che Occhiuto non è un mafioso. Come a dire: una mano lava l’altra…

Fonte Iacchitè.com