NOTA STAMPA DEL SINDACO DI FUSCALDO E CONSIGLIERE PROVINCIALE GIANFRANCO RAMUNDO:
«Il dispositivo emesso dalla seconda sezione del Tribunale di Catanzaro, di cui sono componenti i magistrati Michele Cappai (Presidente), Alfredo Ferraro e Giuseppe De Salvatore, non lascia dubbi ed inizia a fare luce sulla condotta dei vertici politici del comune di Fuscaldo.

In modo particolare, il “teorema accusatorio” messo in piedi nei riguardi del primo cittadino, “oltre a risultare ingiusto ed infondato, sembra essere servito, esclusivamente, ad ingenerare confusione, clamore ed eclatanza, per il ruolo politico rivestito (lo stesso, lo ricordiamo, è anche consigliere provinciale delegato), e per la stima sempre riconosciutagli in tutti gli ambienti da lui frequentati».

Una premessa che fa da preambolo all’intervento vero e proprio di Ramundo, il quale afferma: «Non mi sono mai sottratto a nessuna delle domande dell’interrogatorio e, con forte determinazione, ho risposto ad ognuna di essa, respingendo tutte le fumose interpretazioni, rispetto ad atti amministrativi obbligatori, che riguardavano sostanzialmente, ordinanze contingibili e urgenti, resesi necessarie, a causa dell’inadeguatezza dell’ufficio preposto che, per una serie di vicissitudini, nel corso di alcuni anni, non è riuscito a redigere un bando di gara di tipo europeo. Malgrado ciò, l’impianto depurativo, che al nostro insediamento abbiamo trovato in pessime condizioni ed è stato oggetto di ammodernamento funzionale, nonostante la sua vetustà tecnologica e con sacrifici economici di non poco conto e con un dissesto finanziario sulle spalle. D’altronde, i controlli avuti, hanno sempre registrato una funzionalità adeguata, anche se, tengo a sottolinearlo, il nostro è un impianto che ha bisogno di ulteriori interventi.

Questo è quanto! Nient’altro mi è stato contestato. Nessuna accusa di corruzione, di peculato. Nessuna ruberia, al contrario di ciò che qualche avversario politico e qualche blog ha tentato di far passare (e sotto questo aspetto avremo tempo di avviare e di intraprendere le azioni a risarcimento del danno di immagine, che un’intera comunità ha dovuto subire). La verità e la bontà delle mie azioni, parlano da sole. Con la mia squadra amministrativa abbiamo risanato un ente, ridato trasparenza e legalità al palazzo comunale. Ho rifiutato la mia indennità di sindaco, senza contare le decine e decine di volte che ho speso soldi di tasca mia, pur di far risparmiare il Comune. Siamo stati i primi a dare l’esempio: nessun cellulare di ultima generazione a spese dei cittadini. Nessun computer personale a casa nostra. Abbattimento delle spese di rappresentanza e degli sprechi. E ci sarebbe ancora tanto altro da dire su quello che qualche sciacallo ha malvagiamente denominato sistema-Fuscaldo. Magari tutti i sistemi fossero come il nostro, magari. E mi fermo, per il momento, qui. Resta l’amarezza per un’esperienza che mi ha segnato nei valori in cui ho sempre creduto e che ho sempre praticato. Una vera e propria ingiustizia che ho dovuto subire sulla mia persona e che segna, e pure molto, sotto l’aspetto umano. C’è però l’amore per Fuscaldo, per il nostro paese, per tutti i nostri concittadini, che ci da la forza per andare avanti e per continuare a tenere lontano, dal municipio e dalle casse comunali, gli avvoltoi che hanno avuto già modo di ipotecare il futuro della nostra comunità. Un futuro che, invece, da parte nostra continueremo a difendere con i denti, per far crescere, ancora di più, la nostra Fuscaldo».