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Ha alzato la cornetta del telefono per chiedere a uno dei sacerdoti delle parrocchie di Cariati del denaro che sarebbe dovuto servire per un ragazzo della loro comunità, che si trovava all’estero e che non poteva fare ritorno in patria.Fin qui nulla di strano, se non un piccolo particolare, la persona che stava richiedendo questo gesto di “carità”, dopo aver fornito il proprio Iban, si è qualificato come assessore del Comune di Cariati e ha promesso che l’amministrazione comunale avrebbe provveduto a risarcire la Curia in tempi brevi.

Di qui, le verifiche del parroco. Da subito è risultato che il vero Assessore al quale l’autore della telefonata si era sostituito non aveva preso alcuna iniziativa per sollecitare l’elargizione, né si era mai assunto l’onere di reintegrare i soldi versati. Circostanza che ha fatto pensare subito a un raggiro. Dietro all’intera vicenda, infatti, c’era un «Sorvegliato Speciale» di Pubblica Sicurezza 36enne, residente in uno dei centri della sibaritide. I Carabinieri lo hanno arrestato materialmente quando si è presentato a Cariati ed ha ritirato la somma concordata.

Sulla base di quanto emerso sino a quel momento sono stati effettuati subito degli approfondimenti investigativi condotti dai Carabinieri della Stazione di Cariati e da quelli della Sezione Operativa del Reparto Territoriale di Corigliano Rossano, che hanno operato sotto il coordinamento investigativo della Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal Procuratore Alessandro D’Alessio.

L’identificazione del fermato ha permesso di appurare, appunto, che si trattava di un pregiudicato sottoposto alla Misura di Prevenzione della «Sorveglianza Speciale con Obbligo di dimora» nel Comune di residenza, che per questa ragione non avrebbe potuto neanche raggiungere il comune al confine con la provincia di Crotone. Una vecchia conoscenza delle Forze di Polizia, che solo qualche mese fa si è resa protagonista di una vicenda analoga in Trentino Alto Adige.

Il pregiudicato gravemente indiziato dei fatti in esame è stato arrestato ed associato al Carcere di Castrovillari, dove rimarrà a disposizione del Pubblico Ministero titolare delle indagini, in attesa della convalida del provvedimento restrittivo.