Dalle prime ore di questa mattina è in corso una vasta operazione dell’Arma dei Carabinieri volta a sgominare un traffico illecito di rifiuti speciali con base operativa in area ionica della Provincia di Reggio Calabria.

L’operazione, denominata “Dirty Iron”, che vede coinvolti il Gruppo Carabinieri Forestale di Reggio Calabria ed il Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, è finalizzata al sequestro preventivo d’urgenza delle ditte “FERRO SUD s.r.l.” e “LO.CA.FER s.r.l.”, entrambe aventi sede operativa nel comune di Siderno (RC) ed operanti nel settore dei rifiuti speciali.

Trentotto sono i soggetti deferiti a vario titolo all’Autorità Giudiziaria nell’ambito di una lunga e complessa attività di indagine, avviata nell’anno 2012 e compendiata nelle informative del N.I.P.A.A.F. (Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale Carabinieri) di Reggio Calabria, del Compartimento Polizia Ferroviaria di Reggio Calabria e del Gruppo Carabinieri di Locri in particolare della Stazione Carabinieri di Sant’Ilario dello Ionio. Indagini che hanno visto nella ditta FERRO SUD s.r.l. il fulcro di un’attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti speciali, alla quale hanno fornito un concreto e sistematico contributo numerosi soggetti terzi, anch’essi deferiti per reato di cui all’art. 452-quaterdecies c.p., in concorso con gli amministratori delle Ditte gravate dagli odierni provvedimenti di sequestro. Le indagini hanno consentito di rilevare come, presso il sito della FERRO SUD s.r.l., giungessero quotidianamente ingenti quantità di rifiuti speciali conferiti sia da Ditte (molte delle quali sprovviste della dovuta iscrizione all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali), sia da soggetti privati. Molti dei conferimenti in entrata di rifiuti alla sede aziendale non risultavano essere mai stati annotati negli appositi registri di carico, con inevitabile pregiudizio alla tracciabilità dei rifiuti stessi.

Gli ingenti quantitativi di rifiuti, provenienti anche da raccoglitori ambulanti e da soggetti non autorizzati a svolgere attività di raccolta e trasporto, venivano conferiti alla Ditta dietro corrispettivo in denaro, quantificato in base alla tipologia e al peso del rifiuto consegnato, per poi essere destinati ad altri cicli produttivi, senza subire alcun preliminare trattamento di recupero. Dalle risultanze investigative emergeva, difatti, che le ditte gravate dall’odierno provvedimento di sequestro fossero prive dei presidi tecnologici necessari al recupero dei rifiuti metallici al cui trattamento risultavano autorizzate. I rifiuti, tali e quali, anche contaminati da sostanze pericolose, venivano così avviati ad altri comparti produttivi, andando ad inficiare la qualità del prodotto finale di settori strategici dell’industria nazionale, oltre a costituire fonte di pericolo per la salute pubblica.
Un giro di affari di svariati milioni di euro è quello che gravita intorno ai traffici di rifiuti speciali sgominati in data odierna dai Reparti dell’Arma dei Carabinieri.

 

Fonte Il Dispaccio