di Giorgio Bongiovanni e Aaron Pettinari

E’ un vento nuovo quello che soffia dalla Calabria. Questa mattina, a Catanzaro, in migliaia si sono presentati davanti alla sede della Procura della Repubblica per manifestare il proprio sostengo all’azione del Procuratore capo Nicola Gratteri, gli aggiunti ed i sostituti, nell’impegno di liberare la Regione da ‘Ndranghera e malaffare.
In seguito all’operazione “Rinascita Sott”, che lo scorso dicembre ha portato all’arresto di oltre trecento persone, il magistrato aveva subito una serie di attacchi e delegittimazioni da parte di stampa ed anche segmenti della magistratura (si pensi ad esempio alle affermazioni del Procuratore generale Otello Lupacchini, sentito le scorse settimane dal Csm). Per non parlare dell’assordante silenzio della stampa proprio sulle vicende dell’inchiesta che ha portato al disvelamento di una fitta rete di interessi e commistioni tra ‘Ndrangheta, politica e massoneria.
L’iniziativa è nata in maniera spontanea sui social, portando alla nascita di un “comitato spontaneo di prossimità” per costruire uno “scudo etico” a difesa di “questi rappresentanti delle istituzioni nel loro impegno, a rischio della vita, per ‘liberare’ la Calabria dal male peggiore che la soffoca, la stritola e la sottomette ogni giorno di più”.
E la riposta all’appello non si è fatta attendere anche in altre città italiane come Reggio Calabria, Catania e Palermo. Nel Capoluogo siciliano ad organizzare il sit-in è stata Scorta civica (rappresentata da attivisti storici come Alfredo Russo, Armando Carta, Lia Blanda e Angelo Valenti, Valeria Piazza e Adriana Gnanindr) già impegnata in passato a difesa dei magistrati in prima linea nella lotta alla mafia come Antonino Di Matteo, Roberto Scarpinato, Roberto Tartaglia, Vittorio Teresi e Francesco Del Bene, e che ancora una volta ha attirato l’attenzione dei cittadini sul tema davanti al Tribunale di Palermo. Anche a Catania Scorta civica la Fondazione “La città invisibile” e le Agende Rosse hanno fatto sentire la propria vicinanza ai magistrati. Le scorse settimane anche il leader del Movimento delle Agende Rosse, Salvatore Borsellino, aveva spiegato i motivi per cui era importante aderire all’iniziativa“Questi magistrati a rischio, questi magistrati che combattono in prima linea, hanno bisogno di sentire il sostegno della gente” aveva detto ricordando l’impegno del fratello Paolo e di Giovanni Falcone.