Il processo per il quale si è appreso nella giornata di ieri del clamoroso pentimento del boss di Rossano Nicola Acri alias Occhi di ghiaccio riguarda l’inchiesta “Timpone Rosso”.

A dicembre del 2017 Acri era stato assolto per non aver commesso il fatto. Con un verdetto ribaltato sia per lui che per il boss Francesco Abbruzzese (alias Dentuzzo), coinvolti appunto nell’inchiesta “Timpone Rosso” coordinata dalla Dda di Catanzaro che nel 2009 sgominò la cosca degli “zingari” di Cassano allo Jonio.
In particolare, nell’inchiesta, furono ricostruiti due omicidi: quelli di Giuseppe Cristaldi e Biagio Nucerito, uccisi nel ’99, i cui mandanti erano, secondo la Dda, proprio Acri e Abbruzzese, anche se le accuse generali erano inerenti al traffico di droga nella Sibaritide.

Per Abbruzzese e Acri era arrivato prima l’ergastolo nel 2012 davanti alla Corte d’Assise di Cosenza e poi la conferma, due anni dopo, in una sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro. La difesa dei due imputati decise poi di portare le contestazioni in Cassazione che annullò con rinvio le sentenze di condanna all’ergastolo. Poi era arrivata l’assoluzione del 2017 ma a marzo del 2019 la Cassazione – dopo il controricorsd della Dda – aveva di nuovo annullato tutto, disponendo un nuovo giudizio.
E così ieri, in corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, mentre si stava svolgendo l’udienza del processo sul duplice omicidio di Giuseppe Cristaldi e Biagio Nucerito, assassinati nel 1999 nell’area del cassanese, il sostituto procuratore generale Luigi Maffia ha chiesto di sentire Nicola Acri e di inserire i verbali nel fascicolo del processo. Svelando così la circostanza del pentimento di Nicola Acri.

CHI E’ OCCHI DI GHIACCIO

Nicola Acri, oggi 42enne, è ritenuto il capo della ‘ndrina calabrese di Rossano ed era latitante da 3 anni prima del suo arresto (avvenuto nel 2010 a Bologna); è accusato di numerosi omicidi, tra i quali appunto quelli per i quali era stato assolto dal processo “Timpone Rosso”.
Legato agli Abbruzzese di Cassano allo Ionio, è balzato alla ribalta delle cronache soprattutto per l’efferato omicidio di Primiano Chiarello, rapinatore cosentino, prima tagliato a pezzi e poi sciolto nell’acido in una campagna di Cassano nel giugno del 1999.
Tra gli altri delitti per i quali Acri era ricercato ci sono anche quelli dei boss della ‘ndrangheta cosentina Antonio Sena e Francesco Bruni, detto ‘Bella bella’, uccisi, rispettivamente, il 12 maggio del 2000 e il 29 luglio del 1999.

Acri, tra l’altro, era stato accusato di essere il mandante del delitto del 44enne imprenditore rossanese Luciano Converso, assassinato a Rossano in contrada Momena davanti a una villetta il 12 gennaio del 2007 ma è stato assolto dalla Cassazione (dopo essere stato condannato in primo grado e poi assolto con formula piena in Appello). Qualche tempo fa abbiamo ospitato anche un appello di un amico del Converso che chiedeva giustizia alla Dda di Catanzaro.

L’accusa, rappresentata allora dal pm della Dda di Catanzaro Vincenzo Luberto, aveva sostenuto che Acri sarebbe stato il mandante dell’uccisione, perpetrata con 5 colpi di pistola semiautomatica calibro 9X21, mentre suo fratello Gennarino Acri e Massimo Esposito, condannati anche loro in primo grado alla pena massima, gli esecutori. Movente dell’omicidio sarebbe stato sempre secondo l’accusa, il tentativo da parte di Converso, presunto «contabile» della cosca capeggiata da Nicola Acri, di appropriarsi di parte del denaro di cui aveva la disponibilità. In seguito la corte d’Appello prima e la Cassazione dopo hanno assolto tutti e tre gli accusati da ogni addebito.

Occhi di ghiaccio è stato inoltre implicato nella strage di Strongoli avvenuta nel 2000, quando vennero ammazzate a colpi di kalashnikov 5 persone. Per l’accusa fu tra gli esecutori materiali. Venne condannato all’ergastolo e la cassazione rispedì in appello il processo dove poi fu assolto. Oltre agli omicidi, Acri ovviamente è stato attivo (e il suo clan lo era tuttora, almeno fino a ieri…) nel traffico di droga e nelle estorsioni.

Adesso, vista la quantità di processi con sentenze spesso contraddittorie, e considerati anche tanti altri delitti che sono rimasti senza colpevoli, c’è grande curiosità per verificare quali saranno le versioni che darà il boss dagli occhi di ghiaccio nel suo nuovo status di pentito. A cominciare proprio dal processo “Timpone Rosso”.