Circa mille affiliati divisi in 200 famiglie, appartenenti alla ‘ndrangheta, operano illecitamente nascosti nell’ombra, ma che a volte spuntano fuori, per via di una strage o di un “incidente di percorso”. I componenti delle ‘ndrine, dopo la caduta del muro di Berlino, stanziati prevalentemente a Duisburg (capitale industriale tedesca) e provenienti quasi tutti da San Luca, inspiegabilmente e in giro di pochissimo tempo sono passati da camerieri a proprietari di locali o imprenditori, in posizione strategica spacciano droga e trafficano armi, gestiscono rifiuti tossici, riciclano denaro sporco, investono nell’acciaio, sotto la copertura di pizzerie, alberghi e ristoranti. Alleati con i narcos della Colombia, le mafie dell’Europa dell’Est, la mafia cinese e la yakuza giapponese, fatturerebbero circa 45 miliardi di euro all’anno, più di Finmeccanica (17 miliardi l’anno). Benvenuti nella ” ‘Ndrangheta S.p.a.”, che non conosce rivali anche in tempo di crisi. Per completare il tutto e sentirsi a casa, non mancano le guerre tra cosche, come la vendetta per l’omicidio di Maria Strangio, moglie del boss Giovanni Nirta, uccisa il giorno di Natale del 2006 a San Luca e “onorata” poi nel ristorante Da Bruno di Duisburg nel ferragosto 2007, che ha visto 6 morti dei Pelle-Vottari, padroni del ristorante, cui secondo gli inquirenti proprio da lì sarebbero partite le armi per uccidere la donna. O gli incidenti di percorso, così chiamati, come quello di Davide Sisto, latitante e accusato di omicidio nel 2012, che spinto dal desiderio di ricongiungersi con la moglie Maria Iozzo, si diedero appuntamento alla stazione di Saarbrücken. Proprio lì venne catturato dai Carabinieri di Catanzaro grazie alla collaborazione della polizia tedesca. La Germania si conferma capitale europea della ‘ndrangheta d’esportazione che non si ferma davanti alla Merkel, simbolo ormai di severa intransigenza.