CAMPO VOLO NON SIA CAMPO DI BATTAGLIA LEGALE MA UNA QUESTIONE DA RISOLVERE SERIAMENTE
Apprendiamo dalla stampa il grave disagio denunciato dagli abitanti della zona Campo Volo di Scalea, le cui proprietà storiche, riconosciute anche da sentenze di primo grado, tornano ed essere messe in discussione con la decisione dell’amministrazione di impugnare in appello le decisioni favorevoli ai cittadini.
Il comunicato sorprende anzitutto per alcuni accenni al tradimento di promesse elettorali rivolti all’amministrazione in carica, cosa che ognuno saprà ben valutare…
L’oggetto della questione non è una comune disputa su una proprietà, ma un disagio diffuso che riguarda innumerevoli proprietà, case costruite da molti decenni, per le quali è stato a lungo difficile regolarizzare il titolo di proprietà per un’anomalia della disciplina giuridica dell’area, talvolta erroneamente indicata come demaniale pur non presentando i caratteri della demanialità secondo l’art. 822 c.c., giacché la destinazione a campo volo e, quindi, a struttura destinata alla difesa nazionale, è venuta meno da oltre settant’anni.
Gli stessi giudici che si sono pronunciati in primo grado in favore dei cittadini hanno più volte escluso la natura demaniale di tali aree per difetto di decreto definitivo di esproprio, atto che andava adottato dall’Aeronautica Militare nei cinque anni successivi alla occupazione per uso militare dell’area, risalente al 1941, ma che non è stato mai adottato, con la conseguenza che il Comune non ha potuto dimostrarne l’esistenza in primo grado, né potrà farlo in grado di appello.
Una questione del genere a nostro avviso non va affrontata a colpi di ricorsi ed appelli, peraltro con prevedibili esiti negativi, ma merita una soluzione generale, politica, perché si tratta di disagio generale e di un interesse legittimo a regolarizzare lo status giuridico di un’intera area secondo la sua destinazione effettiva. Non ha senso ostinarsi a portare avanti innumerevoli dispute giuridiche sul falso assunto che quell’area sia ancora un campo militare o che abbia natura demaniale, perché è evidente che non è così e se ancora questa definizione persiste occorre lavorare per modificarla e correggerla secondo realtà e verità.
Oltretutto, la regolarizzazione costituirebbe non solo una giusta e doverosa soluzione verso cittadini cui, peraltro, i tribunali hanno già dato ragione in primo grado, ma anche un beneficio per l’ente comunale, le cui casse trarrebbero senz’altro vantaggio dalla formale regolarizzazione dei titoli.
In altri termini, riteniamo che su questioni come questa non ci si possa nascondere dietro ricorsi e pronunce giudiziarie, ma occorra avere le spalle larghe per affrontarle in radice, perché se da qualche parte il regime giuridico dell’area non è stato aggiornato alla sua reale ed effettiva natura, non si può usare questa incongruenza per negare ai cittadini la regolarizzazione delle proprie case, che sono frutto di intere esistenze sacrificate al lavoro. In questo senso noi siamo disponibili già da subito alla istituzione di un tavolo di lavoro con tutti gli interessati, al fine di individuare soluzioni giuste e condivise che tengano conto di tutti gli aspetti della vicenda.
La Giustizia non è solo questione di forma, ma soprattutto di sostanza, di capacità di dare a ciascuno il suo, il “suum cuique tribuere” che da Platone ad Ulpiano costituisce il senso più profondo del diritto.
GRUPPO CONSILIARE “PER SCALEA”.
