Di Antonello Troya

“E’ davvero assordante il silenzio della classe politica di questo paese: incapace e sottomesso”.

E così i sanitari dell’ospedale di Cetraro si scagliano contro quelli di Paola. Ed è scontro aperto. Ad accentuare il colpo l’Unione delle Contrade di Cetraro che, non avendo interessi particolari da difendere, se non quelli dei cittadini, a differenza dei partiti politici e delle Istituzioni locali, denunciano la grave situazione in cui versa l’ospedale di Cetraro.

“Il mancato insediamento del nuovo Direttore Generale e, la contestuale assenza del Direttore Sanitario dello Spoke Cetraro-Paola – scrivono in una nota – genera una situazione di “anarchia” che permette l’arbitrio di alcuni dirigente medici che, con provvedimenti illegittimi,  penalizzano l’ospedale di Cetraro.

L’esempio più eclatante riguarda il trasferimento dell’attività operatoria da Cetraro a Paola. Tale operazione sarebbe stata effettuata in virtù del “fantomatico” decreto 64  (decreto Scura). Come è del tutto evidente, il suddetto decreto, non può essere considerato applicabile per la riconosciuta impossibilità della copertura finanziaria, comunque anche se si volesse fare riferimento al citato decreto,  si dovrebbe applicare nell’intera stesura  del piano. Applicare una sola parte e ignorare l’altra che non piace è diabolico. Anche perché, sembrerebbe, che fra gli altri compiti assegnati al nuovo Commissario, Generale Cotticelli, ci sia anche quello di redigere il nuovo piano sanitario regionale, con la relativa ridistribuzione della rete ospedaliera  pubblica e privata-convenzionate.

La dimostrazione che le critiche mosse dall’Unione delle Contrade all’intera classe politica, trovano riscontro in quanto si è verificato nel corso dell’ultimo decennio nei tentativi di organizzare la Sanità Pubblica nel Tirreno Cosentino. La zona, compresa fra Tortora ed Amantea, vantava 3 presidi sanitari pubblici e quattro cliniche private-convenzionate, per un bacino di utenza di circa 130.000 abitanti.