Il comitato pro-ospedale “Nino De Caro”, apprende con preoccupazione che sono stati attivati presso l’ospedale di Cetraro 30 posti letto Covid.
Già durante la prima ondata della pandemia, nel periodo marzo-aprile, in fretta e furia vennero predisposti alcuni posti letto per pazienti covid, paralizzando del tutto le poche attività ancora esistenti nella nostra struttura ospedaliera che, nelle previsioni originarie, era stata destinata a svolgere un ruolo molto più importante di quello attuale.
Di certo a partire dal 2008, quando venne trasferito il reparto di Ortopedia, fino ad arrivare ad oggi, le varie Dirigenze della sanità calabrese hanno operato un continuo smantellamento dell’ospedale di Cetraro e della sanità pubblica nel Tirreno Cosentino, con il silenzio e il beneplacito di una “certa politica”.
La chiusura dell’unico punto nascita del Tirreno cosentino e la sua più volte annunciata riapertura (solo per buttare un po’ di fumo negli occhi degli utenti) rappresenta ad oggi la vicenda più emblematica della malagestione della nostra sanità.
Adesso arriva anche la decisione di istituire reparti covid nello Spoke Cetraro-Paola e nello specifico presso la struttura di Cetraro. Una decisione che a nostro avviso è viziata da irragionevolezza e illogicità, se solo pensiamo che nella nostra provincia esistono ben otto strutture ospedaliere chiuse, che facilmente e con poche spese e poche modifiche possono essere convertite per ospitare degenti covid. In tal modo si lascerebbe allo Spoke Cetraro-Paola il ruolo di dare risposte alle patologie “non covid”, alleggerendo il carico della struttura hub di Cosenza.
Ci chiediamo poi come sia possibile che solo in pochi, fra coloro che ricoprono suoli istituzionali, facciano sentire la propria voce contro questo ennesimo scempio, che rischia di dare il colpo di grazia al nostro ospedale. Anzi, desta una certa meraviglia vedere che ci sia qualcuno che addirittura enfatizzi questa decisione, spacciandola come un potenziamento dell’ospedale di Cetraro.
Se l’obiettivo di tale decisione è davvero quello di dare risposte alla emergenza pandemica, si sarebbe potuto intervenire con minori spese e con più efficacia puntando alla realizzazione di strutture “covid dedicate” presso gli stabilimenti di Praia e San Marco, solo per citare quelli più vicini. Nello stesso tempo sarebbe stato molto più utile consentire l’apertura del Punto Nascita ed evitare, specie in questo momento di emergenza sanitaria, la migrazione delle partorienti verso le città di Cosenza (per lo più strutture private) o addirittura verso Lagonegro.
In conclusione il Comitato, nel ribadire il proprio disappunto nei confronti di chi ha disposto queste scelte cervellotiche e pericolose, e di chi poi le avalla, esprime la propria vicinanza a tutto il personale che, con coscienza e professionalità, opera nelle strutture sanitarie, facendo fronte a tante difficoltà e disagi.