Riceviamo e Pubblichiamo

Abbiamo letto la nota stampa dell’Amministrazione Comunale di Amantea, in riferimento all’incontro pubblico, promosso da questa associazione, tenutosi il 10 gennaio, nell’auditorium Parrocchiale di Campora San Giovanni.


Riteniamo che alcune asserzioni ivi contenute, virgolettate e riportate sia sulla stampa locale che sui social, oltreché offensive della dignità dei cittadini tutti, si sostanzino in un’evidente lesione di alcuni tra i più importanti ed inalienabili diritti umani.
Ed invero, è certamente noto al Primo Cittadino ed all’Amministrazione tutta, che la libertà di riunione e di espressione rappresentano una delle maggiori conquiste di ogni ordinamento democratico e solo attraverso il corretto esercizio delle stesse, sovente, le problematiche sociali possano essere affrontate e fronteggiate.


L’assemblea pubblica svoltasi, proprio per la medesima connotazione letterale della stessa, avrebbe legittimato e richiesto la partecipazione di pubblici amministratori, i quali, certamente edotti dei problemi sociali e collettivi esistenti, avrebbero ben potuto democraticamente e pacificamente rappresentare le soluzioni adottabili.
Tanto, a dimostrazione che alcuna azione politica è sottesa al sentimento di evidente disagio ed abbandono nel quale la popolazione tutta versa!


Ed ancora, la “velata minaccia” di farsi carico “di riferirlo se qualcuno ponesse in essere azioni ingiustificabili” nonché, l’asserzione che dietro tale assemblea potessero nascondersi “pretese inaccettabili ed ingiustificate” addirittura definite “contro o oltre la legge”, denota una presa di posizione dell’amministrazione tutt’altro che democratica e vicina ad i cittadini!

È un incontrovertibile dato di fatto che nell’assemblea svoltasi nessuna “pretesa inaccettabile ed ingiustificata” “contro o oltre la legge” sia stata formulata, essendo stati semplicemente eviscerati una serie di problemi noti a chiunque.
Note, infatti, sono le problematiche che da tempo affliggono la popolazione di quella che – in un tempo non troppo lontano – era annoverata tra le cittadine maggiormente sviluppate e fiorenti del versante Tirrenico Calabrese.
Anzitutto, per onore di cronaca, la riunione è stata promossa dall’associazione commercianti (e non da un “anonimo volantino”), attraverso i canali social (giusto perché non esiste nessuna “setta segreta”), che ha inteso estendere l’invito a tutta la cittadinanza, perché le tematiche da discutere, erano, e sono, di vitale importanza per tutta la nostra comunità.
In tal sede non si è fatta politica demagogica, ma politica del fare, per trovare soluzioni che chi amministra, evidentemente, non ha saputo finora dare.
Tale decisione è maturata proprio perché da cittadini amiamo il nostro paese, specialmente quando ha la capacità di autodeterminarsi, di organizzarsi con spirito di appartenenza e di gruppo. Il 10 gennaio, larga parte della comunità Camporese si è riunita per cercare di risollevarsi, per cercare di sostituirsi a chi avrebbe il dovere di ascoltare e di trovare soluzioni, in quella sede ancora una volta assente.


Le forze produttive di questo comprensorio, sono abituate a cercare e trovare soluzioni ai problemi, non a crearli!
In ciò si sostanzia il senso civico che qualsiasi cittadino dovrebbe avere. Questa è l’aria che si respira in questa piccola comunità. La si respira a Campora, la respirano gli adulti, i giovani, i bambini e gli anziani e molti dei problemi esistenti sono comuni ai cittadini dell’intero comprensorio comunale.
Crediamo che la buona politica amministrativa si componga di due indefettibili requisiti:
– Il primo, legale, concernente la corretta applicazione ed osservanza delle leggi e degli iter burocratici prescritti;
– il secondo, parimenti importante, di natura strettamente morale, concernente la responsabilità di guidare una comunità, affrontando e risolvendo i problemi più elementari, anche se con poche risorse disponibili.
Perché, seppure, esistono leggi che consentono di dilatare i tempi per attivare una mensa scolastica, moralmente è inaccettabile che dei Buoni Amministratori, percepiscano comunque lo stipendio se i bambini di una scuola non riescono ad avere un pranzo adeguato.
Di pari gravità è il problema degli scuolabus fermi, che pertanto non consentono ai bambini residenti nelle contrade cittadine di raggiungere agevolmente la scuola, così incidendo pesantemente sulla corretta fruizione di un servizio pubblico obbligatorio ed essenziale come quello scolastic.
E ancora, il problema delle strade a gruviera, dell’eternit sui tetti di edifici pubblici, della raccolta della spazzatura che viene espletata a singhiozzo o addirittura – in alcune zone cittadine – pretermessa per intere settimane, dell’Ufficio Postale chiuso da troppo tempo che crea disagi a tutti ed in particolare alle persone anziane che non hanno la possibilità di recarsi ad Amantea per pagarsi la misera pensione.
Nella risoluzione o almeno nel tentativo di risoluzione dei predetti “comunissimi problemi” si sostanzia la differenza, apparentemente macroscopica, ma in realtà, connotata da una sottilissima linea di demarcazione, tra un amministratore e un buon amministratore!
Questi sono gli argomenti di cui si è parlato, democraticamente, il 10 gennaio, nell’auditorium parrocchiale, dove erano presenti centinaia di persone, senza “gilet gialli”, senza che nessuno abbia “incitato alla ribellione” e soprattutto senza che nessun amministratore decidesse di onorare la platea con la propria presenza.
Tali risultanze purtroppo, portano all’amara constatazione che questo paese, martoriato, si rialzerà con le proprie forze, come ha sempre fatto!
La gestione della pubblica amministrazione, richiede impegno e sacrificio. Nessuno è stato calato dall’alto per amministrare la res pubblica. Campora è stanca. Stanca di questa voragine che c’è e si percepisce tra i problemi dei cittadini e chi li dovrebbe affrontare e risolvere.
L’intento non è certo quello di dar vita ad una lotta tra cittadini ed amministratori, semmai quello di combattere fianco a fianco, legalmente e civilmente, per la risoluzione di problematiche comuni.
Crediamo, e ci sentiamo di dire, che, nell’impossibilità di trovare soluzioni concrete, il modo più elegante sarebbe ammettere di averci provato, con onestà, senza purtroppo esserci riusciti, e tornare a casa per salvare quel che rimane della propria dignità.
“La fame viene e scompare, ma la dignità, una volta persa, non torna mai più!”

​Associazione Artigiani Commercianti Campora