Si è svolta, ieri mattina, venerdì 07 aprile, presso il Gup di Paola, dottoressa Carotenuto, l’udienza a carico di due noti imprenditori della zona, accusati del reato di riciclaggio riferito ad un’inchiesta di ampio spessore, nata da autonomo accertamento del Comando Provinciale – Nucleo di Polizia Economica – della Guardia di Finanza di Sassari e diretta dalla Procura della Repubblica di Tempio Pausania.
Una complessa e articolata attività investigativa riferita ad una presunta associazione a delinquere finalizzata a truffe aggravate nel settore energetico, soprattutto nei cd TTE, titoli di efficienza energetica, nonché nella commissione di reati tributari inerenti, in particolar modo, a false fatture per operazioni oggettivamente inesistenti finalizzate al conseguimento di molteplici benefici fiscali, con profitti illeciti di diversi milioni di euro.La presunta associazione a delinquere, con base  in Sardegna, operava in diverse regioni italiane e anche in Svizzera, interessando diverse Procure italiane, tra cui quella di Paola, nella persona dell’allora Sostituto dottoressa Cerchiara, territorialmente competente per i reati di riciclaggio e tributari, asseritamente commessi da noti imprenditori di Diamante e Belvedere Marittimo. Gli imputati, ldifesi dagli avvocati Francesco Liserre, Piero Chiodo del Foro di Catanzaro e Luca Gigliotti del Foro di Cosenza, ai quali la Procura ha contestato il riciclaggio per diverse centinaia di migliaia di euro, hanno scelto strade diverse, procedendo, rispettivamente, con rito abbreviato e giudizio ordinario.Ieri, dopo alcuni rinvii di udienza, si è proceduto alla discussione con giudizio abbreviato, l’avvocato Liserre e con rito ordinario gli avvocati Chiodo e Gigliotti. Il Pm d’udienza, dopo un’articolata requisitoria nella quale ha ricostruito la genesi di questa imponente inchiesta, ha chiesto, in abbreviato, la condanna dell’imputato a 4 anni di reclusione, oltre alla pena pecuniaria. L’avvocato Liserre, dimostrando  la mancanza di prova in ordine alla provenienza delittuosa dell’ipotizzato reato presupposto, ha chiesto l’assoluzione del proprio assistito perché il fatto non sussiste.Richiesta testualmente recepita dal Gup che ha assolto dal reato di riciclaggio entrambi gli imprenditori per insussistenza del fatto, riconoscendo, solo per l’imputato giudicato in abbreviato, il minor reato tributario di false fatture per operazioni inesistenti, con condanna condizionalmente sospesa e non menzione, oltre alle sanzioni accessorie di legge