Di Antonello Troya

Si é svolto, questa mattina, dinanzi al Tribunale Penale Monocratico di Paola, un nuovo processo a carico di un imprenditore di Belvedere accusato di stalking nei confronti della sua ex convivente.

L’uomo è difeso dall’avv. Massimo Raffo, mentre la donna belvederese dall’avv. Francesco Liserre. La vicenda, molto grave e inquietante, rimanda ad un triste copione, ormai ricorrente nelle cronache giudiziarie italiane. Una relazione affettiva interrotta dopo qualche mese dalla donna che, ignara delle successive conseguenze, inizia a vivere un proprio inferno. I pedinamenti da parte dell’uomo, sempre più frequenti, i messaggi compulsivi a qualunque ora del giorno e l’ex convivente che si materializza ovunque, seguendo la vittima in ogni suo spostamento, lasciandole messaggi sull’autovettura, fino a tentare una vera e propria aggressione fisica, di notte, mentre la donna indifesa si accingeva a rientrare presso la propria abitazione. Un drammatico stillicidio che, di fatto, ha costretto la donna ad uscire sempre in compagnia e a modificare, necessariamente, le sue abitudini di vita quotidiana.

All’uomo, infatti, è stato contestato il reato di atti persecutori “stalking”, perché “minacciava e molestava la donna con cui aveva avuto una breve relazione sentimentale, con condotte consistite in appostamenti sotto l’abitazione della donna, nel contattarla ossessivamente di giorno e di notte sull’utenza a lei in uso. Telefonandole e mandandole una impressionante serie di messaggi WhatsApp con cadenza giornaliera (dal 17.10.17 al 15.1.18 chiedendole insistentemente di riprendere la relazione sentimentale e facendole intuire di essere sempre al corrente di come di svolgeva la sua vita, pedinandola, come in data 15.10.2017 presso un centro commerciale della zona in modo tale da cagionarle un perdurante e grave stato di ansia e di paura, da ingenerarle un fondato timore per la propria incolumità e comunque da costringerla ad alterare le proprie abitudini di vita poiché la donna da ultimo era costretta a ricorrere alle cure di uno psichiatra riportando, come refertato, una sindrome ansioso-depressiva reattiva con tratti fobici. In Belvedere M.mo dal marzo 2015 con condotta perdurante”. A seguito di tali gravissimi fatti, al belvederese veniva applicata la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa. Il processo, dopo la costituzione delle parti è stato rinviato al prossimo 3 marzo 2020 per l’esame della vittima.