Nelle prime ore della mattinata, in via degli Stadi,a Cosenza, nel quartier generale degli “zingari”, i militari della compagnia di Rende diretti dal capitano Maieli, hanno tratto in arresto quattro persone (di cui 2 in carcere e 2 agli arresti domiciliari), in  esecuzione di un’ordinanza emessa dal GIP presso il Tribunale di Cosenza per i reati in concorso di ricettazione, furto ed estorsione.

L’attività investigativa, condotta dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Rende diretti dal tenente Giovanni De Tommaso e  coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza diretta dal Procuratore capo Mario Spagnuolo, costituisce la naturale prosecuzione dell’indagine “Scacco al Cavallo”, conclusasi nel mese di novembre 2018, con l’emissione di misure cautelari nei confronti di 18 soggetti appartenenti al gruppo dei c.d. “Zingari”.

Più in dettaglio, sul finire dello scorso anno, in Cosenza, dopo l’ennesimo furto di autovettura, la vittima riceveva, nella medesima giornata, una telefonata da uno sconosciuto, il quale, con tono minaccioso, avvertiva il malcapitato che l’autovettura “era in loro possesso” e che se la voleva indietro avrebbe dovuto recarsi in via degli Stadi nel villaggio degli zingari, altrimenti l’avrebbero “smontata”.

I Carabinieri, raccolta la denuncia, procedevano a meticolosi approfondimenti investigativi che facevano emergere un’articolata rete di condotte criminose, principalmente furti di autovetture e conseguenti richieste estorsive con il metodo del “cavalli di ritorno”, poste in essere da numerosi soggetti di etnia rom con base logistica in via degli Stadi, i quali, cooperando tra loro con ruoli fluidi e interscambiabili, gestivano le diverse fasi dell’attività criminale di commissione dei furti, custodia dei veicoli rubati e rapporti con le persone offese. Il modus operandi utilizzato era ormai collaudato e consisteva nel:

– trafugare le autovetture (per lo più utilitarie), nell’area urbana di Cosenza e Rende, in prossimità di centri commerciali o luoghi affollati;

– contattare il proprietario del veicolo – individuato tramite i documenti trovati all’interno dell’abitacolo – mediante l’utilizzo di cabine telefoniche, e dietro minaccia di “smontare” l’autovettura, invitarlo a recarsi in via degli Stadi per la successiva richiesta estorsiva;

– concordare la somma da pagare (da 200 euro a 1.500 euro) per la restituzione del veicolo

(fonte ed articolo completo su quicosenza)