Una denuncia dettagliata, piena di dolore e di rabbia quella del padre della neonata morta a poche ore dalla nascita nel reparto di ostetricia – ginecologia dell’ospedale civile dell’Annunziata.

L’uomo 34enne, già padre di un bellissimo bambino di due anni, non ha retto al dolore della perdita della figlia andando in escandescenza all’interno del reparto. Le guardie giurate hanno richiesto l’intervento degli agenti della squadra volante che non hanno potuto far altro che raccogliere la denuncia di un padre che chiede giustizia; chiede che vengano puniti i responsabili.

La Procura ha aperto un’inchiesta disponendo il sequestro delle cartelle cliniche. Nelle prossime ore i detective della squadra mobile effettueranno il riconoscimento di tutti i sanitari interessati nella vicenda mentre l’ufficio di Procura, diretto dal Procuratore capo Mario Spagnuolo, nominerà i consulenti per effettuare l’autopsia sul corpicino esanime della neonata, attualmente posto sotto sequestro presso l’obitorio dell’ospedale cittadino. La coppia è rappresentata dall’avvocato Paolo Pisani del foro di Cosenza

I FATTI
La gravidanza della 29enne iniziò ad agosto 2018 e risultò sempre regolare e nella norma. Al settimo – ottavo mese l’eco-cardiogramma presentò una anomalia all’aorta del cuore della bimba, posizionata sul lato sinistro anziché destro, ma la cardiologa pediatrica operante presso l’ospedale civile dell’Annunziata rassicurò la coppia che “la bambina era del tutto sana anche se per maggiore sicurezza si consigliava di partorire in ospedale al fine di poter usufruire subito dei controlli medici opportuni”.

Il ricovero in ospedale
Il due giugno scorso, intorno alle due del pomeriggio, la neo mamma “rompe le acque” e, insieme al marito, si dirige in ospedale dove viene ricoverata nell’immediato per prepararla al parto. La donna ha poche contrazioni e i medici decidono di applicare una flebo contenente antibiotico per indurla al parto. Intorno alle 21 sarebbe stato previsto l’ingresso in sala parto, ma la partoriente subito dopo la flebo inizia a stare male e a vomitare. Ma, interpellati i medici, questi hanno rassicurato marito e moglie che era tutto nella norma.

Il rifiuto del cesareo
La 29enne sofferente ha chiesto di essere sottoposta a parto cesareo. Richiesta respinta dai medici presenti in quel momento in reparto perchè per legge si deve raggiungere la 41 o 42esima settimana. I sanitari hanno deciso così di sottoporre la donna ad un monitoraggio continuo. Dalle due, momento del ricovero, alle 19 subentrano dolori e contrazioni lancinanti. Da qui la decisione di trasferirla in sala parto per sottoporre la neo mamma al parto naturale. Secondo il papà della neonata deceduta, la figlia sarebbe rimasta senza liquido amniotico dalle due del pomeriggio, momento della rottura delle acque della moglie, e fino alle 21.

La nascita della neonata
Il papà della neonata racconta di avere assistito la moglie per tutto il tempo, incluso anche il momento del parto. Appena nata la neonata è stata trasferita d’urgenza in terapia intensiva, nel reparto di neonatologia. Secondo i sanitari presenti al parto, le ostetriche e la neonatologa, “era presente del liquido verde e quindi c’era il rischio che la bimba avesse ingerito detto liquido“. Sembra che ad avere generato complicazioni nel nascituro sarebbe stata proprio la mancanza del liquido amniotico. L’uomo ancora dichiara in denuncia “i sanitari dicevano che questa situazione aveva favorito l’ingerimento delle feci“.

L’infezione alla pancia

L’indomani i medici comunicano ai genitori che “la bimba è affetta da una infezione alla pancia in seguito all’ingerenza delle feci che avevano ostruito i polmoni ed il sangue“. In neonatologia la neonata è stata intubata, è stata sottoposta a cure antibiotiche e a trasfusioni per favorire la pulizia del sangue. Il papà dichiara ancora «Mia figlia aveva la febbre. Le è stato somministrato del paracetamolo per fare abbassare la temperatura. Sono andato via dall’ospedale alle 20 di ieri e stamattina i sanitari hanno avvertito mia cognata, che si trovava in camera con mia moglie, del decesso della bimba».

Adesso spetta alla Procura stabilire se c’è colpa della mano umana e soprattutto stabilire chi abbia avuto negligenza e imperizia nel prendersi cura della donna.

Ricordiamo che il 22 maggio scorso un altro bambino è deceduto dopo cinque giorni dalla nascita presso l’ospedale Annunziata a Cosenza. Due casi di sospetta mala sanità a poche ore l’uno dall’altro. Nella fattispecie nella giornata di lunedì pomeriggio è stata eseguita l’autopsia sul corpo del bambino. L’ufficio di Procura ha iscritto nel registro degli indagati 18 sanitari tra medici, infermiere, ostetriche e neonatologhe.

(QuiCosenza)