di Marco Cribari, Fonte: Gazzetta del Sud.

Due omicidi non fanno una prova, ma non si può negare che l’agguato in stile mafioso andato in scena ieri a Cetraro, sulla Ss 18, faccia scattare più d’un campanello d’allarme. Il sangue, infatti, è tornato a bagnare la costa tirrenica cosentina nella sua parte medio-alta, proprio nel borgo marinaro che di quella zona è un po’ la capitale simbolica.

Era accaduto già a novembre del 2023, quando una raffica di piombo aveva posto fine alla vita dell’imprenditore Angelo Cataldo, un delitto che da allora è ancora in cerca d’autore. 

C’è un collegamento tra la sua uccisione e quella di Pino Corallo? Da due punti passa una sola retta; e ammesso che quel collegamento esista, ci porta in una direzione precisa: il riassetto degli equilibri criminali, il nuovo che avanza e il vecchio che scompare, lentamente scompare.Quando si verifica tutto questo, l’effetto non è altro che una lunga scia di lutti. Per i cetraresi, specie per quelli di ultima generazione, si tratterebbe di una novità assoluta. 

Omicidi così efferati, da quelle parti, non si vedevano da più di quarant’anni. La carneficina, i più attempati, ce l’hanno ancora negli occhi, ma come un ricordo lontano.

Fonte ed articolo completo su: https://www.cosenzachannel.it/2025/05/29/delitti-di-ndrangheta-cetraro-riscopre-la-paura/?utm_medium=Social&utm_source=Facebook&fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR7dkJ2kihl_CGqmYwaylz_jzVNeYTF10DPUCaCXxDLU4ulVDOn0ptXn-h0ypw_aem_-oosKTfTT4U84RQCwGQ3JQ#Echobox=1748494507

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