Assolve l’imputato dal reato ascrittogli perché il fatto non sussiste. Si è concluso così presso il Tribunale di Paola, innanzi al Giudice Monocratico Roberta Carotenuto, il processo penale pendente a carico di A.T., 45 anni, di Cetraro, difeso di fiducia da Simona Socievole ed Emilio Enzo Quintieri del Foro di Paola, rinviato a giudizio dall’allora Gup del Tribunale di Paola Carmine De Rose perché ritenuto responsabile di vari maltrattamenti e lesioni personali aggravate nei confronti della ex moglie A.P., 38 anni di Cetraro.

In particolare, A.T., in passato anche sottoposto a misura cautelare personale, era imputato di aver maltrattato il coniuge A.P., sottoponendola a reiterati atti di vessazione e di violenza tali da cagionarle sofferenze fisiche e psichiche, prevaricazione ed umiliazione, in particolare provocandole ripetute lesioni, ingiuriandola quotidianamente con espressioni oscene per futili motivi, ossessionandola a seguito della separazione legale e della cessazione del rapporto di convivenza con una morbosa gelosia, ovvero telefonandole ripetutamente e rivolgendole frasi ingiuriose, pedinandola, aggredendola fisicamente in almeno tre occasioni anche in presenza dei figli minori, minacciandola di morte nell’ipotesi in cui avesse intrapreso una nuova relazione sentimentale ed aggredendola nuovamente dopo aver appreso della relazione intrapresa dalla stessa con altra persona, imponendo ad A.P., vessazioni morali e materiali tali da rendere alla stessa la vita impossibile. Inoltre, A.T., doveva rispondere di lesioni personali aggravate per aver più volte colpito con calci e pugni l’ex moglie.
A seguito di una lunga e complessa istruttoria dibattimentale, ove sono stati sentiti oltre alla persona offesa, anche numerosi testimoni, il Tribunale di Paola, accogliendo la richiesta avanzata in sede di conclusioni dall’Avvocato Simona Socievole la quale ha evidenziato che difettavano gli elementi costitutivi del reato contestato, ha assolto l’imputato A.T. dal delitto di maltrattamenti ad esso ascritto perché il fatto non sussiste. Mentre per quanto attiene i reati di lesioni personali aggravate il Giudice Roberta Carotenuto, stante il lasso di tempo trascorso dai fatti presumibilmente accaduti, ha dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione. 
La Procura della Repubblica di Paola, rappresentata in udienza dal Vice Procuratore Onorario Elvira Gravina, aveva chiesto la condanna dell’imputato alla pena di 4 anni di reclusione. Richiesta che però non è stata condivisa dal Giudice che ha deciso di assolvere l’imputato con la formula più ampia.