Micetto, al secolo Celestino Abbruzzese 39 anni, e la moglie Anna Palmieri, 35 annida oggi ufficialmente collaboratori di giustizia.

Entrambi arrestati nell’operazione “Job Center”scattata a Cosenza il 22 settembre 2015. Quattordici le persone arrestate nell’operazione condotta dalla Dda di Catanzaro, tutte accusate di gestire un grosso traffico di spaccio nel centro storico cittadino.

Tre anni di processi e sentenze definite confermate dalla Cassazione (30 ottobre 2018): 13 anni e 4 mesi per Micetto e 10 anni per Anna Palmieri.

Micetto è figlio d’arte. Il padre capo indiscusso del cosiddetto clan degli zingari con pesanti condanne sulle spalle da scontare. La loro è una storia criminale di tutto rispetto. Detentori in assoluto di tutti i “segreti” che riguardano il traffico di droga in città. E non solo. Solidi infatti erano i contatti tra Micetto e il clan di Cassano.

Un boccone amaro per il clan degli zingari da mandar giù. Il pentimento di Micetto e della Palmieri, allarma e getta ulteriore scompiglio in quel che rimane del clan già decimato dalla Dda dopo le note dichiarazione di un altro illustre “zingaro” pentito: Franco Bruzzese. Tremano i narcos cosentini. Micetto conosce tutti i pusher della città, e ogni angolo della città dove si spaccia. Era lui, insieme a sua moglie, a rifornirli. Ogni tipo di sostanza venduta in città passava dalle loro mani.

Micetto si atteggiava a boss della città. E guai a chi sgarrava. Teneva a stecchetto i suoi pusher, spesso costretti a spacciare perché tossicodipendenti, e non ammetteva concorrenza. Di cui usava liberarsi facendo delle confidenze agli “sbirri”. Si cantava i pusher che non gli stavano bene.

Infatti il pentimento di Micetto e moglie non arriva a caso. Micetto è sempre stato un confidente della polizia, e a dirlo non siamo noi (sottolineiamo), ma il dottor Bombardieri (allora sostituto alla Dda di Catanzaro) durante la conferenza stampa dell’operazione Job Center.Queste le parole del dottor Bombardieri: “L’organizzazione ha dimostrato di saper gestire bene lo spaccio nel centro storico cosentino. Avevano una cassa comune, un’organizzazione verticistica e hanno perfino denunciato un soggetto, Zicaro, alle forze di polizia per farlo arrestare, visto che stava acquistando troppa importanza. Quando Zicaro fu fermato, gli Abbruzzese fecero una vera festa, con tanto di squilli di tromba, a casa loro, che abbiamo immortalato in un’intercettazione ambientale”

Micetto di giorno faceva il malandrino e di notte si cantava i pusher, e quando li arrestavano suonava la trombetta e beveva sciampagna. E questo è lui stesso a dirlo nell’intercettazione presentata alla stampa dal dottor Bombardieri. Cosa che tra l’altro irritò molto la signora Palmieriche dagli arresti domiciliari, attraverso facebook, dopo la pubblicazione dell’intercettazione, iniziò a lanciare invettive e minacce contro tutti quelli che osavano, o che avrebbero osato anche solo pensare al marito come ad un infame confidente degli sbirri. Ne scrisse talmente tante – e tutte con lo stesso tono dove rivendicava il suo orgoglio malandrino e la fedeltà al clan, oltre a promettere teste tagliate di qua e di là –  che il magistrato dispose il suo arresto per aver violato le disposizioni attinenti alla detenzione domiciliare.

Una intercettazione che deve aver avuto un peso nella scelta di Micetto di saltare il fosso: 13 anni nella patrie galere con una macchia così, tranquillo, nella branda a contare i giorni, non ci puoi stare. Un po’ preoccupato devi stare. E 13 anni in queste condizioni sono lunghi da passare.

C’è da dire che l’operazione Job Center si avvia verso un “singolare” primato: rischia di essere l’operazione con più pentiti, nella città con più pentiti del mondo. Infatti su 14 arrestati siamo già a 5 pentiti: Francesco Noblea, Marco Paura, Vincenzo De Rose, Micetto e Anna Palmieri. E pare che non sia finita qui.

 

Fonte Iacchitè.com