“Tra le tante compagini politiche che arrivano alle elezioni al grido di onestà, onestà, possiamo senz’altro annoverare l’attuale maggioranza amministrativa del nostro Comune, e nel dirlo non neghiamo l’amarezza di aver subito da costoro l’ingiusta ed irrispettosa accusa di essere noi la parte cattiva della partita, quando loro stessi erano i primi a sapere che non era proprio così. Ma tant’è, e nel frattempo i nodi sono giunti al pettine, senza filtri, in tutta la loro drammaticità.
Quella che si sta mostrando in questi giorni è una maggioranza in piena crisi di onestà o, se preferite, di identità. Ne sia di esempio, piccolo ma significativo, la questione dei tanti quintali di legna da ardere ricavata dalle copiose potature pubbliche, che secondo una vecchia delibera doveva essere assegnata a famiglie bisognose preventivamente individuate, ma che, secondo quanto candidamente ammesso dal capogruppo di maggioranza in Consiglio, è stata assegnata in base al criterio del … “chi si trovava a passare”… Un’affermazione quantomeno bizzarra per dire che l’indirizzo di assegnare la legna ai bisognosi non è stato per niente rispettato e, soprattutto, una risposta per nulla sufficiente a fugare i tanti dubbi su una incredibile discrezionalità nel disporre di materiale che sul mercato comune viene venduto a 80 euro al metro, il tutto in favore di beneficiari dei quali nessuno conosce il nome… Insomma, a questo punto ognuno potrà farsi la propria idea su chi e perché abbia avuto quei quintali di legna, e nessuna ipotesi potrà mai essere ritenuta sbagliata. È così che va quando c’è la regola di assegnare un bene ai bisognosi e la regola non viene rispettata. E l’onestà, intesa come comportamento degno di onore, è bell’e andata a farsi friggere, a meno che non si voglia credere che se lo fanno loro è comunque una cosa onesta.
Ma la crisi di identità della maggioranza non è solo questione di legna da ardere.
Durante l’ultimo consiglio abbiamo assistito anche al siparietto, inscenato sempre dal capogruppo di maggioranza, sulle identità etno-geografiche dei consiglieri comunali e sul suo essere scaleota per qualcuno e contro qualcun altro, mentre le battute degli increduli spettatori non mancavano di evidenziare le origini più disparate dei singoli consiglieri della stessa maggioranza come l’ascendente molto marcato della vicina cipollina su tutto quanto venga concepito da questa compagine. Insomma, quella che voleva essere un’affermazione di identità si è rivelata un altro passo falso, con buona pace della dimensione ultralocale ed ultranazionale proposta nel nome di Scalea Europea…
Ma i problemi maggiori vengono dalla manifesta incoerenza su quelli che erano chiari impegni politici, primo tra tutti quello di abbassare le imposte, apertamente tradito dalla mancata riduzione anche per l’anno prossimo e, soprattutto, da alcune delibere di Giunta che aumentano a dismisura alcuni servizi, come l’allaccio o le volture di forniture idriche, che passano da €30,00 a somme che vanno da €200,00 a €300,00! Un’esagerazione!
Il tutto mentre cresce la smania legiferante di qualche assessore, i cui regolamenti arrivano fin nelle camere da letto della gente, senza rendersi conto che il personale per controllare rimane a ranghi ridotti e, soprattutto, che, fin dagli antichi romani, l’eccessiva proliferazione di norme è segno evidente di acceso individualismo e di svilimento della stessa legge, perché piegata ai capricci di singole volontà.
L’incoerenza diventa profonda nel momento in cui questa formazione amministrativa neanche concepisce la necessità di porsi come classe politica autorevole di fronte ai grandi temi di un territorio che ha, per molti decenni, investito su Scalea quale motore del proprio sviluppo e che vede enormemente svilito questo ruolo tra siparietti e rivendicazioni dell’identità perduta, mentre tutto quanto sembra essere destinato ad esserci sottratto, finanche la centralità della Stazione Ferroviaria, che fino a ieri era una delle nostre uniche certezze”.

Gruppo Consiliare “Per Scalea”