“A che servono i sindaci se in località a risorse economiche prevalentemente turistiche non hanno a cuore soprattutto la salvaguardia del Capitale Principale che è il mare? A che serve una bella piazzetta o stradine rinnovate quando il bene principale è carente o addirittura nocivo alla salute?”
Abbiamo voluto premettere queste poche sagge parole che provengono da gente comune, ma stranamente di difficile comprensione per chi amministra , prima di introdurre l’ormai annosa questione irrisolta delle acque di balneazione a Praia a Mare. Ed abbiamo anche atteso che la notizia , già divulgata dalla stampa, si depositasse, depurandosi degli inevitabili aspetti polemici che sempre hanno accompagnato tale argomento alquanto ostico da ascoltare per chi governa questo paese.
Anche quest’ anno l’Arpacal ha pubblicato i suoi dati e la Regione Calabria ha certamente notificato al Comune di Praia a Mare il DECRETO DIRIGENZIALE N°. 4636 del 23/04/2020 riguardante la CLASSIFICAZIONE DELLE ACQUE DI BALNEAZIONE DELLA REGIONE CALABRIA ED ANCHE DI PRAIA A MARE.
In base a tale classificazione più di 1500 metri di mare non è balneabile, praticamente tutto il tratto che fronteggia l’abitato di Praia a Mare.
Il comune di Praia a Mare invece di preoccuparsi seriamente di questo grave problema, unico sul territorio, invece di pensare a come dovrà giustificarsi nei confronti dei suoi cittadini per le decine di cartelli di divieto di balneazione che è tenuto a istallare sulla spiaggia per informare coloro che riusciranno a venire a Praia a Mare, non trova di meglio da fare che sfornare ordinanze, come l’ultima che complica enormemente e rende difficile ed ardua la presenza dei turisti nel comune di Praia a Mare, turisti che in molti casi saranno costretti a ricercare altre destinazioni, come ad esempio quelle dei comuni viciniori che si sono ben guardati, allo stato, di adottare un’ ordinanza simile , unica forse del genere in Calabria, che invece di aiutare un tessuto economico già in grave difficoltà ancora di più ne peggiora la situazione.
Da oggi c’e libera circolazione, senza condizioni, e potrebbe essere giusto che le regioni, soprattutto quelle meridionali , rafforzino i sistemi di controllo e di prevenzione seguendo le indicazioni della comunità scientifica, evitando però che a dare le direttive siano singole amministrazioni locali con provvedimenti isolati sul territorio che non rispecchiando gli orientamenti generali regionali finiscano per risultare inutili ed anacronistici e che in tal modo possono arrecare solo danni alla comunità locale. Pare , osservando il comportamento delle altre amministrazioni comunali del territorio , che proprio questo stia avvenendo nel comune di Praia a Mare: una cosa è la prudenza, il giusto controllo delle presenza che già è stato regolamentato, altra cosa è la ricerca ossessiva, al limite dell’autolesionismo nell’ imporre solo qui regole assurde e contraddittorie. I COMUNI VICINI RINGRAZIANO!
E tornando alla questione da cui siamo partiti, 1500 mt di spiaggia non balneabile, non possiamo non continuare a chiedere ai nostri amministratori cosa hanno più importante da fare rispetto ad un problema che è assolutamente prioritario su tutti gli altri che prioritari non sono e per i quali si sono spesi , si spendono e si spenderanno fior di milioni di euro: la mancata bonifica della Fiumarella è una evidente dimostrazione di incapacità e miopia in un paese ripiegato in se stesso, avvezzo ormai a sopportare di tutto”.


Italia Nostra – Sezione Alto Tirreno Cosentino