Dalla pagina ufficiale del consigliere comunale del comune di Praia a Mare, Pasquale Fortunato

“Adesso parlo io.

Martedì mattina, alle ore 13,00, mi sono recato presso la Casa Comunale per un colloquio con il Sindaco su argomenti di stretta attualità amministrativa e per un aggiornamento sull’incontro avuto con i balneari il giorno prima, al quale non ho preso parte per impegni di lavoro già programmati dalla settimana precedente.

Al termine del routinario e cordiale colloquio, protrattosi per circa 45 minuti, il Sindaco mi ha chiesto di fare una foto con lui, finalizzata a smentire non meglio precisate illazioni.

Pressato dalla necessità di dover partire per Roma, non ho dato peso alla circostanza citata dal Sindaco, consapevole che in serata, od il giorno successivo, avrei avuto certamente l’opportunità di sentirlo telefonicamente, e sono partito.

Già durante il viaggio sono stato raggiunto da raggelanti telefonate di amici e conoscenti che mi chiedevano spiegazioni di un qualcosa che, al momento, era per me incomprensibile.

Questa mattina, finalmente, ho appreso il reale contesto in cui si è sviluppata la triste e patetica vicenda.

Qualcuno ha comunicato ai consiglieri di maggioranza, e questi al Sindaco, che io avrei rassegnato le dimissioni da consigliere comunale, per delle, ancora oggi sconosciute, divergenze con il Sindaco.

Che dire? Tanto, ma mi limiterò ad esprimere il personale disgusto per una vicenda che parte dal nulla per approdare al vuoto assoluto, in perfetta linea con lo stile editoriale ideato da qualche personaggio da operetta in cerca di visibilità social, con successivo rilancio dei “soliti noti” plaudenti del circo equestre facebookkiano, che dicono sempre di lavorare molto per il bene dell’umanità e dei nostri concittadini, e non capisco dove trovino il tempo per postare continuamente commenti ed amenità varie. E voglio essere buono.

Mi dispiace, sarò poco diplomatico, ma non chiedo scusa a nessuno per il semplice motivo che non ho niente di cui farmi perdonare. Le uniche persone a cui chiedo scusa sono i miei familiari, che ho trascurato da 3 mesi per occuparmi a tempo pieno, sabati e domeniche inclusi, insieme agli splendidi compagni di avventura politica, della terribile sfida contro un nemico insidioso, sbagliando anche, a volte, ma pur sempre nella consapevolezza e coscienza, mettendoci la faccia, di fare qualcosa di utile alla collettività.

Non chiedo ringraziamenti e medaglie per quanto fatto, ci mancherebbe altro, ma neanche posso far finta di niente, come mi si addice, ed accettare con disinvoltura il fango che qualcuno ha voluto lanciarmi, inopinatamente, addosso.

Dovrei, al contrario, chiedere scusa ai tanti concittadini praiesi “per bene”, che sono stati vessati dalle misure restrittive della libertà personale, imposte dalle circostanze uniche ed eccezionali, ed hanno accettato il tutto in maniera encomiabile, in nome della tutela di un bene prezioso inviolabile, la salute pubblica.

Dovrei chiedere scusa ai tanti concittadini umiliati dalla crisi economica partorita dalla pandemia, per non essere stati sempre all’altezza delle loro aspettative, in termini di aiuti e sostegni.

Dovrei chiedere scusa ai tanti concittadini che, dignitosamente ed operosamente, sono impegnati a superare “realmente” la drammatica crisi economica attuale, e sono, invece, disturbati da queste idiozie.

A questi concittadini, così come a tutti quelli a cui, ancora per un po’, continueremo a limitare qualche libertà, sicuramente chiederò scusa.

Ma non chiederò mai scusa ai mestatori nel torbido, ai diffusori seriali di odio, a chi cerca inutili rivalse sui social, non altrimenti conseguibili nella vita reale, ai samaritani convertiti alle pratiche buoniste per necessità esistenziali, ai politicanti di mestiere che finalizzano ogni loro “proposta di sviluppo del territorio”, sempre ed unicamente, al proprio tornaconto personale, a chi crede di poter liberamente diffamare le persone.

Sono queste persone, anzi, a dovermi delle scuse.

PS

Per i puristi delle mascherine e delle pratiche anti-contagio, molto immodestamente, prima di sbilanciarvi troppo sull’argomento, cliccate su Google o su PUBMED, se sapete cosa sia, il mio cognome e iniziale del nome ( Fortunato P). Perdonatemi, non è nel mio stile, ma “Quanno ce vò, ce vò” diceva Trilussa……