A seguito dell’ultima operazione della DDA reggina, un assessore regionale si ritrova coinvolto in una bruttissima storia di corruzione e ‘ndrangheta.
Domenica Catalfamo, chiamata appena pochi mesi addietro dal Presidente Santelli a far parte della squadra di governo regionale, risulta essere coinvolta in una inchiesta di n’ndrangheta.
Certo, le eventuali responsabilità penali dovranno essere provate nelle aule di giustizia e, fino ad una sentenza definitiva chiunque deve ritenersi innocente.
“Tuttavia – si legge in una nota del Codacons – chiediamo al Presidente se davvero voglia attendere supinamente le decisioni di un Tribunale, prima di intervenire”.
Perché se così fosse, sancirebbe la totale subalternità della politica alla magistratura e l’assoluta incapacità di far “pulizia”, preferendo nascondersi dietro l’assenza di una sentenza di condanna.
Riteniamo un segnale di doveroso rispetto verso i cittadini e verso le istituzioni – prosegue il Codacons – che tutti gli amministratori coinvolti nell’ambito di inchieste sulla ‘ndrangheta, siano chiamati a fare un passo indietro.
“Presidente, liberi la Calabria da un così pesante fardello e ritiri le deleghe all’assessore Catalfamo” – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons.
Sarà un sollievo, sia per l’assessore – che ben difficilmente potrà proseguire con serenità l’attività amministrativa e avrà modo di dedicarsi a confutare le tesi della Procura di Reggio – ma, soprattutto, per la Calabria, che eviterà di dover sopportare l’onta di un assessore regionale a processo per ‘ndrangheta.
Mai come in questo caso – conclude Di Lieto – il silenzio sarebbe terribilmente imbarazzante.