“L’amministrazione comunale, prima di inviare richieste di pagamento, restituisca ai cittadini quanto pagato in eccesso, sulla base di tariffe dichiarate illegittime, negli anni passati! Da giorni stiamo ricevendo da parte dei cittadini segnalazioni in merito al ricevimento di “avvisi di accertamento”, riferiti a canone idrico e IMU. Pare che si stia verificando un invio massivo e caotico di raccomandate da parte dell’ente comunale, che appare più come un tentativo spasmodico e disperato di racimolare denaro a tutti i costi, che un’ordinaria azione di riscossione fiscale. Nei numerosi avvisi, difatti, si ravvisano varie discrepanze, irregolarità e vizi di forma, che risulta difficile credere che siano state effettivamente indirizzate alla cittadinanza. Vediamole in dettaglio. Innanzitutto, per quanto riguarda alcune “anomalie” di forma presenti nelle raccomandate ricevute: la dicitura “avviso di accertamento” rimanda ad un’azione finalizzata a stimolare il cittadino al pagamento spontaneo di quanto dovuto, ma, se si guarda bene il testo degli avvisi, questo contiene una vera e propria intimazione, ovvero una obbligazione a pagare con tanto di messa in mora e minaccia di pignoramento dei beni. Avviso di accertamento e ingiunzione sono due cose completamente diverse, per non dire opposte. Il primo rimette al cittadino la facoltà di regolarizzare la propria posizione spontaneamente, l’intimazione, invece, obbliga il contribuente a pagare entro un termine ben definito. Già questa discrepanza sarebbe sufficiente a mettere in discussione la validità degli avvisi ricevuti. Inoltre, molti di questi avvisi, sono riferibili a bollette che sono state già pagate dai cittadini o ad annualità il cui credito è prescritto (circostanza che – secondo la norma – deve essere espressamente indicata in bolletta). In particolare, per gli avvisi di accertamento canone idrico riferiti agli anni 2017, 2019 e 2020, gli importi sarebbero non dovuti, in quanto inviati oltre il termine prescrizionale per circostanze non imputabili agli utenti. L’istituto della prescrizione, ridotta a due anni a partire dalle bollette emesse dal 2020 (e riferibili fino a due anni prima), serve a tutelare maggiormente chi ha pagato, pensiamo, ad esempio, alle persone anziane o a chi non si ritrova più le ricevute di pagamento; cittadini che, senza chiare indicazioni, rischierebbero di pagare due volte per lo stesso servizio. Ora, al fine di venire incontro e ridurre la mole di lavoro degli uffici comunali a corto di personale, sarebbe utile procedere con la digitalizzazione del servizio, evitando sottostrutture e problemi di allineamento dei dati. La semplificazione amministrativa, oltre ad agevolare la vita del cittadino, produce diversi benefici per l’Ente, tra cui il risparmio di diverse risorse da reinvestire nella formazione continua del personale e in nuove assunzioni. Infine, altra questione di rilievo, riguarda le richieste di pagamento per gli anni 2013, 2014, 2015 per le quali a dicembre questo gruppo consiliare ha inviato l’ennesima specifica richiesta all’Autorità di Regolazione per l’Energia Reti e Ambiente (ARERA). Il Comune, prima di procedere con le richieste di pagamento, avrebbe dovuto effettuare il ricalcolo delle tariffe per quelle annualità e dunque restituire ai cittadini quanto pagato in eccesso. Ricordiamo che, nel 2021, ARERA ha sanzionato il Comune per 105.000,00 euro proprio in virtù di un piano tariffario che eccedeva ogni legittima pretesa, invitando l’Ente a procedere entro un termine prestabilito al ricalcolo delle tariffe. Quanto è stato fatto di tutto ciò? Questa manovra richiede anche un’importante manovra di bilancio e proprio per questo, nel 2020, a firma della consigliera Giuliana Cassano, avevamo fornito una soluzione per poter procedere celermente a restituire ai cittadini quanto pagato in eccesso in quegli anni. Oltre ad essere una questione di civiltà, serviva proprio a ripristinare una giusta ed equa tassazione, invogliando i contribuenti a pagare con regolarità sulla scorta di una sorta di “pax fiscale” tra Comune e cittadini. Temiamo che anche questa opportunità sia andata persa e che il rapporto cittadini-Comune rischi di essere gravemente compromesso, a causa di una politica sempre più debole e “arrancante” che produce, di contro, sfiducia nei cittadini. Da tempo sosteniamo che la tassazione nel Comune di Paola sia troppo elevata. Se si eccede oltre un certo limite, purtroppo, si mettono i cittadini nella condizione di non poter pagare le tasse, sia perché la crisi economica che stiamo vivendo ha ridotto notevolmente la disponibilità dei cittadini, sia perché la tassazione, così applicata, viene percepita come “ingiusta”, laddove a tasse elevate non corrispondono servizi qualitativamente adeguati. Questo carosello fuori controllo di richieste di denaro, dunque, anziché agevolare la riscossione dei tributi, rischia di creare una sorta di “evasione indotta”, provocata da politiche sbagliate, e che avrà – come unico effetto – quello di aggravare la situazione di deficit strutturale dei bilanci comunali. La soluzione resta sempre quella di una riforma generale dei servizi, in modo tale da ridurre gli sprechi, ottimizzare le risorse e rendere Paola autonoma almeno dal punto di vista dell’approvvigionamento idrico (basti pensare che l’allaccio alla rete regionale, solo di canone, ci costa oltre 1 milione di euro l’anno, mentre le nostre sorgenti si disperdono). Riforme che sarebbe stato opportuno avviare già nelle prime settimane dopo le elezioni comunali, affrontando i problemi con senso di responsabilità e voglia di risolverli una volta per tutte. Oggi, invece, assistiamo al solito balletto della politica, da parte di chi negli ultimi anni è sempre stato seduto tra le file delle diverse maggioranze che hanno governato il Comune. Come potevano non sapere? Come al solito a pagarne le spese saranno sempre e solo i cittadini costretti a subire – questa volta – una tassazione ingiusta e “inefficace”. Nei prossimi giorni terremo una serie di iniziative per informare la cittadinanza sul caos bollette e rispondere ad eventuali quesiti”. È quanto rende noto Il Gruppo Consiliare Rete dei Beni Comuni.