Agatha Christie spiegava: “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”.


Ed allora passiamo ad esaminarli questi tre “indizi” – che, per una singolare coincidenza, si sono verificati tutti nel breve volgere di una settimana – per capire se, effettivamente, abbiamo la “prova” che il Procuratore Gratteri stia per essere allontanato dalla Calabria.
Indizio 1.
Dall’inchiesta “Malapianta” viene fuori che i boss, consapevoli dei pericoli derivanti dall’attività del Procuratore, sostengono che lo stesso abbia “superato il limite”.
E che, così come accadde per il Dott. Falcone, “quando ha superato il limite se lo sono cacciato”.
Indizio 2.
Si ha notizia di un esposto inviato al Consiglio Superiore della Magistratura, alla Corte di Cassazione ed alla Corte d’Appello di Catanzaro ed alla stampa, dall’On. Nicola Adamo contro il Procuratore.
L’importante politico calabrese, insinuando dubbi sulla imparzialità investigativa del Dott. Gratteri, invoca il trasferimento del procuratore per “incompatibilità ambientale”.
Indizio 3.
La Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, in maniera stranamente inusuale, sente il bisogno di prendere posizione su una inchiesta condotta dalla DDA, fino ad accusare la Procura di agire
“senza riscontri nella realtà” e adombrando che il materiale probatorio sia stato “artatamente alterato”.
Del resto, uno che arriva a pubblicare un libro dal titolo: “Acqua santissima. La Chiesa e la ‘ndrangheta: storia di potere, silenzi e assoluzioni”… non poteva certo attendersi il “perdono” divino.
Concludendo, se la n’drangheta, la politica e la chiesa si lamentano, nella stessa settimana, dell’attività del Dott. Gratteri abbiamo la conferma sia della bontà del lavoro svolto ma, soprattutto, abbiamo la “prova” (secondo
Agatha Christie)
che, purtroppo, volge al termine sia l’esperienza del Dott. Gratteri a Catanzaro e sia la possibilità di riscatto di questa terra.
francesco di lieto
Codacons