DIAMANTE- «In un paese come il nostro, dove tutti conoscono tutti e le azioni di ciascuno sono sotto gli occhi di tutti, parlare di pace sociale non può essere solo una formula vuota. Non basta pronunciare parole belle sui social o durante le riunioni pubbliche per far dimenticare alla gente quello che vede e vive ogni giorno, sia nei rapporti personali che sul posto di lavoro.

La vera pace sociale nasce quando ci si rispetta davvero, quando si ascoltano anche le ragioni di chi non la pensa come noi, quando si trattano le persone con dignità anche se sono avversari politici o propri dipendenti o concorrenti in affari. Ma questo deve valere per tutti, e soprattutto per chi ha responsabilità pubbliche o guida un’attività imprenditoriale.

In politica come nel lavoro, serve meno apparenza e più coerenza. Chi invoca la pacificazione deve essere il primo a praticarla nei fatti, non può comportarsi in un modo con chi gli fa comodo e in tutt’altro modo con gli altri. Non si può predicare unità e dialogo e poi applicare due pesi e due misure, favorendo alcuni e penalizzando altri secondo convenienza.

In un paese piccolo come il nostro, queste contraddizioni si vedono ancora di più. La gente sa chi è coerente e chi no, chi rispetta gli impegni presi e chi cambia versione secondo l’occasione. Solo quando chi chiede pace sociale sarà il primo a dimostrarla nei suoi comportamenti quotidiani, potremo costruire qualcosa di autentico e duraturo per la nostra comunità». È quanto rende noto il capogruppo di minoranza Pino Pascale di “Uniti per tutti”.

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