Un teatro che torna a vivere. Di Gabriella Filice.
«Ho aspettato questo giorno a lungo. Non come si aspetta un evento, ma come si aspettano le cose importanti, quelle che sai che prima o poi devono tornare, perché senza fanno mancare qualcosa. L’inaugurazione del teatro Filippo Lanza è stata questo: un ritorno necessario. Questo teatro non è solo un edificio che riapre. È un segnale chiaro. Dice che Cetraro non vuole restare ferma, né abituarsi al vuoto. Dice che la cultura non è un lusso, ma una base. È ciò che tiene insieme una comunità, che educa al rispetto, che dà forma alla legalità quando le parole non bastano.
In quella sala si è capita subito una cosa semplice: un paese senza teatro perde la voce. Perché il teatro è il luogo dove ci si incontra davvero, dove si ascolta, dove si impara a stare insieme anche quando si è diversi. È uno spazio che insegna a riconoscersi. Questa riapertura non è arrivata per caso. È il frutto di una volontà forte, di una scelta precisa: non lasciare questo luogo chiuso, spento, dimenticato. È stata una decisione testarda e giusta. Di quelle che non cercano consenso facile, ma costruiscono futuro.
Si è sentita l’idea di una città che vuole essere accogliente sul serio. Una città che non respinge, ma apre. Che dice: qui c’è posto. Per chi arriva, per chi resta, per chi porta lavoro, idee, bellezza. La musica dell’Orchestra di Nocera Terinese ha dato corpo a tutto questo. Non ha solo riempito il teatro. Ha riempito un’attesa. In quel momento è stato chiaro che questo luogo può diventare un punto di riferimento vero, per Cetraro e oltre.
Tutto questo è stato possibile anche grazie a chi ha lavorato in silenzio, mettendo tempo, competenze, fatica, senza tornaconti personali. È giusto dirlo: la bellezza qui non è stata comprata. È stata costruita insieme. Oggi il teatro Filippo Lanza torna ai cittadini. Non come una vetrina, ma come uno spazio vivo. Da abitare. Da riempire di musica, parole, pensiero. Un luogo dove i ragazzi possono crescere meglio e gli adulti possono ricordarsi che la legalità è una pratica quotidiana, non uno slogan.
E alla fine, un grazie va detto con chiarezza. Al sindaco Giuseppe Aieta, che ha voluto questa riapertura con determinazione. E a chi, prima di lui, nelle amministrazioni precedenti, ha seminato, ha tenuto in piedi l’idea, ha creduto che questo obiettivo fosse possibile. Le cose che contano non nascono mai da sole. Crescono nel tempo, quando qualcuno decide di non mollare. Non si è inaugurato solo un teatro. Si è riaperto un pezzo di futuro. Ora sta a tutti noi non lasciarlo di nuovo in silenzio».































