Quella che si sta consumando in queste ultime ore sui social media è la battaglia all’ultimo proclama, tipica di una politica che ha, ormai, segnato il passo.
Il paragone con lo studente che vuole recuperare in un giorno quello che non ha fatto in un anno scolastico viene naturale, tanto che l’allusione a uomini visionari (neanche fossero novelli Cristoforo Colombo) è inopportuna ed inadeguata alle reali condizioni in cui versa il paese.
L’allucinazione (forse oppiacea) regge fin quando si parla di opere “incompiute” o mai partite, il cui risultato è sotto gli occhi di tutti.
La ‘balconata’ di Lampetia, per esempio, frutto di una progettazione che non ha tenuto conto di una zona ad alto rischio naturale (leggi mareggiate) ha retto “lo spazio limitato di un mattin” (per dirla alla Fred Buscaglione).
Oggi, dopo l’ennesimo intervento di recupero a “risorse proprie” (forse si voleva dire dei cittadini che pagano le tasse), l’Opera ce la si vuole propinare come figlia di una mente arguta capace di vedere al di là della ringhiera: Giacomo Leopardi nella propria mente immaginava spazi sterminati oltre la siepe.
L’anfiteatro, limitrofo alla zona portuale e finora ostello per cani randagi, oggi, in prossimità delle elezioni, viene riportato alla gloria dopo un travaglio durato 15 anni.
Ebbene, eccetto rare eccezioni figlie di momenti sani e non ‘erbacei’ (vedi manifestazioni turistico/culturali), è mancata una gestione programmata di azioni manutentive ordinarie e predittive, in linea con le reali esigenze dei cittadini.
Così come l’affaire gestione immondizia in cui probabilmente molte colpe sono della ditta appaltatrice, ma tanti peccati anche dell’amministrazione comunale.
Spostando il baricentro sulle contrade, abbandonate a se stesse, le criticità risaltano più del verde dell’erba e delle “canne” che rigogliose crescono ai margini (e non solo) delle strade.
In queste zone, la viabilità è approssimativa e precaria (vedasi il collegamento con Sant’Angelo, solo per citarne uno) ed i servizi fondamentali (allacciamento della dorsale fognaria di San Pietro) sono solo chimere.
V’è di più. Ricordate l’ospedale smembrato nell’indifferenza di tutti?
Avevamo avuto un sussulto di orgoglio quando il sindaco, forse in un momento di lucidità, annunciò le dimissioni: anche in quell’occasione, tuttavia, sono stati anteposti gli interessi di pochi a quelli di molti.
Ed infatti, più che vestire i panni da eroe, si è pensato a prender tempo in vista delle prossime elezioni amministrative, garantendo il necessario utile a massimizzare e consolidare “le preferenze”.
I tempi sono, invece, maturi per riportare al centro del dibattito l’interesse collettivo, attraverso una classe politica in cui l’esperienza e dinamicità si miscelano alla competenza, per dar seguito alla quotidianità che è stata offuscata dal fumo della visione.
Un proverbio cetrarese recita: “consigliu i vijecchi e forza i giuvini”. (To be continued…..)

Cetraro Attiva