BELVEDERE MARITTIMO- Ha sempre amato il mondo della ristorazione, in particolar modo ha sempre sognato di diventare uno chef, magari stellato, tanto che a soli 13 anni già lavorava, nel periodo estivo, in qualche struttura della Riviera dei Cedri. Oggi può dire di avercela fatta, partendo dal basso. È la storia del giovane Marco Raffo, di Belvedere Marittimo, recentemente nuovo chef del Ristorante Cracco, a Milano, in Galleria Vittorio Emanuele, a pochi passi dal Duomo. Marco, diplomato con il massimo dei voti, in realtà a soli 19 anni invia il proprio curriculum ad un ristorante di Vicenza, e si ritrova a migliaia di chilometri di distanza da casa, con la propria giacca bianca e la voglia di cucinare. Esattamente dodici mesi dopo, rientrato a Belvedere Marittimo, invia candidatura al ristorante di Cracco. Dopo il colloquio viene scelto. Inizia questa nuova avventura nella brigata Di Carlo Cracco dal mese di Settembre, e oggi a soli 20 anni, dal piccolo paese sbraca nella grande città, con umiltà e cob la voglia di rendere orgogliosa tutta la propria famiglia e coloro i quali lo seguono e sostengono. Una bella storia, da raccontare. Queste la parole del fratello: “𝐼𝑙 𝟸𝟸 𝑀𝑎𝑟𝑧𝑜, 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑚𝑒 𝑙𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑟𝑑𝑜 𝑞𝑢𝑒𝑖 𝑝𝑖𝑎𝑡𝑡𝑖, 𝑚𝑎𝑖 𝑚𝑎𝑛𝑔𝑖𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑝𝑖𝑢” 𝑏𝑢𝑜𝑛𝑖, 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑖𝑧𝑧𝑎 𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑢𝑐𝑖𝑛𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖 𝑎𝑝𝑟𝑖𝑣𝑎 𝑖𝑛 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑢𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑎𝑣𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑎 𝑛𝑜𝑖 𝑒 𝑐𝑖 𝑟𝑖𝑝𝑒𝑡𝑒𝑣𝑎𝑚𝑜 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑡𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑐ℎ𝑖𝑠𝑠𝑎’ 𝑠𝑒 𝑚𝑎𝑖 𝑢𝑛 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 𝑠𝑎𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑝𝑜𝑡𝑢𝑡𝑜 𝑎𝑐𝑐𝑎𝑑𝑒𝑟𝑒. 𝑀𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑟𝑑𝑜 𝑙𝑎 𝑡𝑢𝑎 𝑑𝑖 𝑓𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎, 𝑟𝑜𝑠𝑠𝑎 𝑡𝑖𝑝𝑜 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑝𝑜𝑚𝑜𝑑𝑜𝑟𝑜 𝑒 𝑙𝑒 𝑔𝑎𝑚𝑏𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑡𝑟𝑒𝑚𝑎𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑟𝑖𝑢𝑠𝑐𝑖𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑎 𝑓𝑒𝑟𝑚𝑎𝑟𝑠𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑑𝑖𝑠𝑠𝑖 “𝑔𝑖𝑟𝑎𝑡𝑖, 𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎 𝑐ℎ𝑖 𝑐’𝑒’ 𝑙𝑎’”.
𝑃𝑜𝑖 𝑙𝑎 𝑓𝑜𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑙 𝑡𝑢𝑜 𝑖𝑑𝑜𝑙𝑜 𝐶𝑎𝑟𝑙𝑜, 𝑖𝑙 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 𝑝𝑖𝑢’ “.𝑏𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑡𝑢𝑎 𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑙𝑜 ℎ𝑎𝑖 𝑑𝑒𝑓𝑖𝑛𝑖𝑡𝑜 𝑖𝑛 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑓𝑜𝑡𝑜. 𝐸 𝑜𝑟𝑎? 𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑙𝑜 𝑟𝑖𝑢𝑠𝑐𝑖𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑎 𝑑𝑒𝑓𝑖𝑛𝑖𝑟𝑒 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜? 𝐴 𝑑𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑝𝑜𝑐ℎ𝑖 𝑚𝑒𝑠𝑖, 𝑙𝑎𝑣𝑜𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑛 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑢𝑐𝑖𝑛𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑡𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑎𝑚𝑚𝑖𝑟𝑎𝑣𝑖 𝑚𝑎𝑛𝑔𝑖𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑢𝑛 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑙𝑎𝑛𝑒𝑠𝑒, 𝑛𝑜𝑛 𝑝𝑒𝑛𝑠𝑖 𝑠𝑖𝑎 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐𝑜𝑠𝑎 𝑑𝑖 𝑎𝑠𝑠𝑢𝑟𝑑𝑜? 𝐴 𝑡𝑒 𝑓𝑟𝑎𝑡𝑒𝑙𝑙𝑜, 𝑎𝑖 𝑡𝑢𝑜𝑖 𝑠𝑎𝑐𝑟𝑖𝑓𝑖𝑐𝑖, 𝑎𝑙 𝑐𝑜𝑟𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑖𝑛𝑠𝑒𝑔𝑢𝑖𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑡𝑢𝑜 𝑠𝑜𝑔𝑛𝑜 𝑎 𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑐𝘩𝑖𝑙𝑜𝑚𝑒𝑡𝑟𝑖 𝑑𝑖 𝑑𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑎 𝑐𝑎𝑠𝑎 𝑎 𝑠𝑜𝑙𝑖 𝑣𝑒𝑛𝑡’𝑎𝑛𝑛𝑖, 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑡𝑢𝑎 𝑚𝑎𝑛𝑖𝑎 𝑚𝑖𝑠𝑐𝘩𝑖𝑎𝑡𝑎 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑔𝑟𝑖𝑛𝑡𝑎, 𝑎𝑙 𝑡𝑢𝑜 𝑐𝑎𝑛𝑡𝑖𝑐𝑐𝘩𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑛𝑜𝑛𝑜𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑎𝑛𝑐𝘩𝑒𝑧𝑧𝑎, 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑡𝑢𝑎 𝑏𝑜𝑛𝑡𝑎’ 𝑒 𝑎 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑐𝘩𝑒 𝑟𝑖𝑒𝑠𝑐𝑖 𝑎 𝑙𝑎𝑠𝑐𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑏𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑣𝑖𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑐𝘩𝑖 𝑖𝑛𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑖. 𝑈𝑛’𝑎𝑙𝑡𝑟𝑎 𝑝𝑖𝑐𝑐𝑜𝑙𝑎 𝑠𝑐𝑜𝑚𝑚𝑒𝑠𝑠𝑎 𝑣𝑖𝑛𝑡𝑎, 𝑢𝑛’𝑎𝑙𝑡𝑟𝑎 𝑔𝑟𝑎𝑛𝑑𝑒 𝑣𝑖𝑡𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑑𝑎 𝑖𝑛𝑐𝑜𝑟𝑛𝑖𝑐𝑖𝑎𝑟𝑒, 𝑑𝑎 𝑔𝑜𝑑𝑒𝑟𝑠𝑖 𝑒 𝑑𝑎 𝑑𝑒𝑑𝑖𝑐𝑎𝑟𝑒 𝑠𝑖𝑐𝑢𝑟𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑎 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑚𝑎𝑑𝑟𝑒, 𝑎 𝑙𝑒𝑖 𝑑𝑜𝑏𝑏𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜. 𝑅𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑐𝑜𝑠𝑖’, 𝑢𝑚𝑖𝑙𝑒, 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑡𝑖 𝑑𝑖𝑐𝑜 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒, 𝑝𝑒𝑟𝑐𝘩𝑒’ 𝑠𝑎𝑟𝑎𝑖 𝑎𝑚𝑎𝑡𝑜 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑑𝑖 più“. Conclude.

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