Di Settimio Alò

La notizia che di seguito riportiamo avrebbe dell’incredibile, vera e propria fantascienza: eppure ricordandoci solo per un attiamo di essere in Calabria, (sebbene le eccellenze non manchino), “beccare” in una toilette degli allievi musicali concentrati nelle loro prove, con tanto di violino, trombe e fiati, lascia basiti e turbati. “Chiedo scusa, sulla porta ho letto toilette ma devo essermi sbagliato, racconta sorridendo il primo protagonista di una surreale scena degna dell’indimenticato genio napoletano De Filippo, no faccia pure, rispondono “forse” imbarazzati i giovani talenti all’interno del più noto “cesso”, erano a corto di aule ci hanno stipato qui”.

Questa è La Casa della Musica, struttura di prestigio della Cosenza-Cultura, sita in Piazza Giovanni Amendola, inaugurata nel 2011, al quale taglio del nastro vide come padrino d’eccezione, niente meno che un grandissimo come Franco Battiato. La Casa della Musica è una casa aperta a tutte le esperienze musicali. Con questo spirito è gestita dal Conservatorio “Giacomantonio” di Cosenza, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, in virtù di un accordo formale. Affermazione più esatta e precisa non poteva rilasciare chi all’epoca del battesimo parlava di “aperte a tutte le esperienze musicali” non immaginando che a distanza di un decennio o quasi tali suggestive e “profumate” esperienze potessero consumarsi anche nelle “ritirate” per altro di ridotte metrature. Descritto ciò potremmo interrompere tutto, raccogliere armi e bagagli e trasferirci in Finlandia seduti accanto a Babbo Natale in attesa di essere più buoni; tuttavia un paio di precisazioni corre l’obbligo di farle. La Casa della Musica rappresenta davvero, ed in solido, un bel vedere per la cultura e la musica cosentina (e non solo), un prestigioso biglietto da visita. Ricca di strumenti e strumentazioni, di allievi docenti e “maestri”, di un modernissimo auditorium, la struttura nata su tre piani offre numerosi spunti di interesse.

Allora perché rinchiudere 5 allievi in un ambiente ovviamente non idoneo a funzioni musicali? È possibile che non si sia riusciti a reperire 30 mq, tali da far lavorare i “malcapitati” in una sala per lo meno deodorata? È la prima volta, è un’occasione particolare, ha riferito un addetto ai lavori, con tanto di cartellino “Regione Calabria” apposto sulla camicia, non accadrà più. Perché creare questo tristissimo e deprimente precedente, lasciando spazio a polemiche, code satiriche e chiacchere da bar? Meritiamo noi cittadini questo quadro indifendibile? Meritano questo, ragazzi e genitori dediti alla musica con cuore e passione, oltre che pagar profumate rette a suon di euro? La musica e le sinfonie che vorremmo ascoltare e raccontare sono ben altre e di tenore opposto a questo degrado, che seppur un giorno, un giorno solo, fosse un solo minuto, sempre degrado culturale resterebbe.