di AMDuemila

pelle francesco pakistan

Questa mattina a Reggio Calabria si è fatto il punto della situazione sullo stato dell’arte al contrasto alla ‘ndrangheta. Durante la presentazione di I-Can (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), progetto di attacco globale alla ‘Ndrangheta in collaborazione tra polizia italiana e Interpol, il prefetto Vittorio Rizzi, vice direttore generale della Pubblica Sicurezza, ha ribadito ai presenti che Rocco Morabito e Francesco Pelle sono i latitanti di ‘Ndrangheta più pericolosi”.Sulla latitanza di Morabito Rizzi ha ricordato che la sua clamorosa fuga dal carcere centrale di Montevideo, e il fatto che sia riuscito a far perdere subito le proprie tracce, è segno “di come la ‘Ndrangheta non solo sia in grado di trovare rifugio all’estero ma di trovare coperture e riuscire a organizzare un’evasione da un carcere in un paese così lontano come l’Uruguay e che quindi questo tipo di contrasto non può immaginarsi soltanto a livello bilaterale, perché in questo momento Rocco Morabito potrebbe essere in qualsiasi paese del mondo”. Per quanto riguarda Francesco Pelle, Rizzi ha spiegato che anch’egli è un latitante “recentemente sottrattosi all’esecuzione definitiva della condanna. In questo momento – ha aggiunto – è ricercato in tutto il mondo. E’ stato un grande uomo d’affari, l’uomo che ha anche dimostrato il cambio di passo della ‘Ndrangheta perché già 30 anni fa si muoveva a Milano muovendo capitali e avendo interessi nel mercato ortofrutticolo di quella città, muovendosi da imprenditore”. Sempre per quanto concerne i latitanti attualmente in circolazione se ne registrano 498 accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso di cui 134 appartenenti alle cosche di ‘Ndrangheta. Mentre sono 55 i ricercati in ambito internazionale, colpiti da provvedimenti di cattura internazionale o presenti negli elenchi del “Programma speciale di ricerca”, selezionati dal Gruppo integrato interforze ricerca latitanti della Direzione Centrale della polizia criminale. Oltre al reato associativo di stampo mafioso, le condanne più gravi che devono scontare, e che riguardano omicidi, sequestri di persona a scopo estorsivo, traffici internazionali di sostanze stupefacenti, da un minimo di 15 anni all’ergastolo.