Di Antonello Troya

Eppure l’avevamo sperato. Il tanto agognato punto nascita sarebbe dovuto rinascere dalle ceneri di un accordo pressato, voluto e dovuto a Cetraro, ai suoi cittadini e alla politica. E invece tra proteste e polemiche, incatenamenti (finti) e occupazioni (finte) si è consumato l’ultimo atto della più colossale presa in giro in campo sanitario. Ovvero il generale Cotticelli, quel Saverio per intenderci che governa un settore commissariato ormai da anni e anni di mala gestione (commissariale), dopo aver promesso al sindaco Angelo Aita, al consigliere regionale Giuseppe Aieta e al presidente del consiglio comunale Carmine Quercia che avrebbe stanziato i soldi finalizzati ai lavori e quindi alla riapertura del punto nascita, si è rimangiato tutto con una decina di righe inviate al direttore generale dell’Asp cosentina: la contabilità nell’attuale piano programmatorio, non consente alcuna spesa (nella immagine).

E quindi niente soldi. E quindi niente punto nascita. Un’offesa a tre persone che della politica ne fanno un orgoglio: che hanno messo “la faccia” come si suol dire per un ospedale che i poteri forti vogliono chiudere e che nemmeno i santi in paradiso riescono a difendere. Ma è una offesa alla comunità che tanto fa per l’ospedale e che ne mantiene quel reddito grazie al quale si vivacchia ogni giorno. Il poco appeal della politica grezza locale, tra ‘nduja e peperoncino forse dovrebbe rivedere i suoi programmi, le sue strategie e affilare le sue armi. Battere i pugni sul tavolo e garantire il poco, ma giusto.