In attesa che la giustizia faccia il proprio corso, consapevoli che tra indagati e condannati passi una marea di aspetti e cavilli giudiziari, spunta agli occhi degli inquirenti, la posizione di Luigi Incarnato, volto storico del PSI ed attuale commissario della So.Ri.Cal. Fortemente indagato per corruzione e voto di scambio alle elezioni del 2018.

Incarnato, è accusato di corruzione e voto di scambio. Nell’indagine portata avanti dalla DDA di Catanzaro, emergono scenari molto importanti, sui quali la giustizia calabrese avrebbe basato la richiesta di misura cautelare di regime domiciliare per l’ex consigliere regionale.

Nelle intercettazioni, trova spazio, suo malgrado, anche Roberto Perrotta, attuale sindaco di Paola, volto storico del PSI.

Perrotta é dunque coinvolto? No.

Ad oggi, non è assolutamente stato raggiunto da nessun tipo di provvedimento, non risulta indagato nemmeno come persona informata sui fatti e, ha dichiarato di essere totalmente estraneo a tutto ciò.

In effetti, dalle intercettazioni, Il sindaco di Paola, avrebbe incontrato Incarnato e gli imprenditori oggi coinvolti nella maxi inchiesta, per “Ascoltare” la proposta della realizzazione di un centro migranti nella città di Paola, proposta tra l’altro, bocciata dallo stesso primo cittadino. Il sindaco inoltre avrebbe più volto palesato agli interlocutori molte perplessità sulla riuscita del progetto “Migranti” tanto che, è proprio Perrotta a dichiarare “Il comune ha aderito allo S.p.a.r. Mettete nero su bianco….”

Di seguito, riportiamo parte dei verbali dell’inchiesta, riportati dai principali siti di informazione calabrese .

L’ufficio inquirente antimafia di Catanzaro ritiene che Incarnato, candidato del Partito Democratico alle ultime Politiche 2018 nel collegio uninominale Paola-Castrovillari per l’elezione alla Camera dei Deputati, abbia offerto a Pietro Giamborino e Pino Cuomo «la propria disponibilità a favorire gli interessi economico/imprenditoriali di questi ultimi, in quanto interessati alla realizzazione, nel Comune di Paola, di un centro di accoglienza straordinario per migranti richiedenti asilo, presentandoli al sindaco di Paola, Roberto Perrotta e propiziando un incontro»

Pino Cuomo è amministratore unico (e titolare del 90% delle quote) della società “Gemes Srl”, con sede legale a Lamezia Terme.

Individua il Comune di Paola, quale territorio per realizzazione un centro di accoglienza straordinario per migranti richiedenti asilo, promettendo e consegnando a Giamborino «somme di denaro non meglio quantificate come prezzo della sua mediazione illecita sia verso Incarnato Luigi sia verso Roberto Perrotta». Fatti commessi, secondo la Dda di Catanzaro, a Vibo Valentia, Paola e Lamezia Terme fino al 6 marzo 2018.

Passa quasi un mese dallo rapida conversazione Giamborino-Incarnato e l’imprenditore di Lamezia Terme, Pino Cuomo incontra il 28 febbraio 2018 il sindaco di Paola, Roberto Perrotta. Il primo cittadino di Paola affronta la questione dei “migranti” in maniera trasparente, spiegando che il comune tirrenico aveva aderito al progetto dello S.P.R.A.R

Questa di seguito, è la posizione del sindaco di Paola, Roberto Perrotta, dopo la vicenda

“Leggo sulla stampa fatti e circostanze che riguardano gli interessi di due persone coinvolte nella recente inchiesta antimafia di Vibo Valentia per la realizzazione di un centro di accoglienza straordinario per migranti a Paola. Centro che poi non è stato realizzato per l’ostinazione della amministrazione comunale da me guidata di aderire subito al progetto Sprar come si evince dalle nostre prime delibere di giunta. Ho avuto un incontro, in passato, per ascoltare la proposta che mi veniva proposta da imprenditori, per capire se ciò potesse portare vantaggio a Paola ma ho risposto che ciò non poteva avvenire per una decisa e chiara scelta della amministrazione che temendo il rischio di nuovi centri ha scelto immediatamente di aderire al progetto Sprar. Questi sono i fatti. Qualcuno ha voluto tirare in ballo il mio nome nell’inchiesta senza peraltro specificare che sono assolutamente estraneo alla vicenda non essendo coinvolto nell’inchiesta a nessun titolo, ne come indagato a piede libero e ne come persona informata sui fatti. Rimango a completa disposizione dell’autorità giudiziaria per ogni chiarimento e comunicazione qualora ciò dovesse essere necessaria”.