Arrestato della Guardia di Finanza l’assessore regionale Roberto Rosso, uno dei leader di Fratelli d’Italia in Piemonte, con l’accusa di aver chiesto voti ai clan della ‘ndrangheta per poter essere eletto nella maggioranza di centrodestra che sostiene il presidente Alberto Cirio.

Dalle prime luci dell’alba di oggi, venerdì 20 dicembre, i militari del Comando Provinciale di Torino stanno eseguendo otto ordinanze di custodia cautelare in carcere, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia torinese, compresi sequestri di beni sul territorio nazionale, nei confronti di soggetti legati alla ‘ndrangheta radicati nel territorio di Carmagnola ed operanti a Torino.Rosso e gli incontri con i boss in campagna elettorale

Tra le condotte contestate dalla procura, oltre all’associazione per delinquere di stampo mafioso e reati fiscali per 16 milioni di euro, anche il reato di scambio elettorale politico-mafioso. Rosso, stando alle accuse, si sarebbe rivolto ad affiliati alle cosche calabresi per conquistarsi un posto in Regione. 
L’indagine è condotta dai pm Paolo Toso e Monica Abbatecola. In mattinata Rosso si è dimesso da assessore regionale.

Quindicimila euro

È stato possibile appurare come la consorteria  ‘ndranghetista attraverso due arrestati, Onofrio Garcea e Francesco Viterbo, abbia manifestato la propria ingerenza  nelle elezioni regionali del 26 maggio 2019, nel corso delle quali ha stipulato un patto di scambio con il candidato della lista Fratelli d’Italia Roberto Rosso consistente nel pagamento di 15 mila euro in cambio della promessa di un pacchetto di voti.Ndrangheta, il procuratore: “Rosso aveva accordi con mafia attraverso tramiti, l’abbiamo seguito prima delle elezioni di maggio”