Di Iacchite.blog

Avrebbero trasformato, con metodiche ispirate al modello delle Vele di Scampia, un popoloso complesso immobiliare di San Basilio in una “enclave” dell’attività di spaccio l’organizzazione smantellata oggi a Roma dai carabinieri con 21 arresti. I provvedimenti di oggi scattano al termine di indagini coordinate dalla DDA capitolina e delegate ai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Montesacro. A quanto reso noto, sarebbero stati individuati tre sodalizi criminali, collegati dall’attività dei fratelli Alfredo e Francesco (detto Ciccio) Marando, originari di Plati’ (RC) e da alcuni anni residenti nel quartiere romano San Basilio, figli del piu’ noto Rosario e nipoti di Pasquale Marando, questi ultimi considerati elementi di spicco dell’omonima ‘Ndrina platinese.

Per gli investigatori Alfredo e Francesco Marando sarebbero stati in grado di movimentare significative quantità di droga, rifornendo non soltanto il loro gruppo, ma anche due altri gruppi che operavano sul territorio. Secondo gli inquirenti si trattava di “una vera e propria consorteria, stabilmente dedita al narcotraffico” con divisione dei compiti tra capi, pusher e vedette che solitamente si posizionavano agli ingressi principali di un comprensorio popolare e sui tetti degli immobili, con compiti interscambiabili di vigilanza e spaccio.

L’indagine e’ stata condotta con non poche difficoltà, derivanti dalla presenza continua di vedette preposte al controllo. Tuttavia, sono stati documentati numerosissimi episodi di spaccio, che hanno evidenziato chiaramente le dinamiche operative e l’organigramma del gruppo, suddiviso in pusher e/o vedette, organizzatori e capi. I primi assumevano le loro posizioni agli ingressi principali del comprensorio popolare e sui tetti degli immobili, con compiti interscambiabili di vigilanza e/o spaccio al minuto; il gruppo mutava di frequente a causa dei numerosi arresti in flagranza – oltre 90 – effettuati dai carabinieri della Compagnia Roma Monte Sacro. Gli organizzatori – diretti fiduciari dei capi – formavano invece un gruppo più ristretto, preposto al coordinamento dello spaccio, al prelevamento del narcotico dai luoghi di occultamento e al conseguente rifornimento dei pusher, custodendo altresi’ il ricavato delle vendite di droga.

Tra gli organizzatori, riporta l’Agi, emergono i fratelli Domenico Natale Perre, detto Micu, e Paolo, nativi di Platì, da qualche anno trasferiti a Roma nel quartiere San Basilio, nonché Marco Lenti e Gian Claudio Vannicola, sanbasilini dalla nascita. Infine ci sono quelli che gli investigatori ritengono i capi e promotori del sodalizio, Alfredo e Francesco Marando: erano preposti alla direzione, vigilanza, coordinamento e gestione dei pusher e delle vedette, alla fissazione dei compensi spettanti a questi ultimi sulla base dell’attività svolta (stabilendone anche compiti, orari e reperibilità), alla definizione degli eventuali contrasti insorti tra i diversi accoliti e, ove necessario, alla assistenza legale e/o economica a favore dei sodali. Viene anche citato un episodio ritenuto emblematico: uno dei pusher, assentatosi per un giorno intero senza autorizzazione per recarsi al mare con la fidanzata, aveva ricevuto la durissima reazione di Alfredo Marando, il quale chiariva che quel giorno di riposo lo avrebbe potuto godere solo dopo aver trovato un sostituto per l’illecita attività.

Inoltre, sono state monitorate due autovetture identiche per modello e colore, adibite alla temporanea detenzione di sostanze stupefacenti, anche in virtù di apposito sistema di “doppiofondo”, mentre all’interno di un’abitazione a disposizione del gruppo, nell’aprile 2017 sono stati arrestati cinque persone sorprese a confezionare numerosissime dosi di narcotico, tratte da una provvista di 5 kg., tra cocaina, hashish e marijuana. Durante l’attività d’indagine, sono stati segnalati alla Prefettura 38 soggetti quali assuntori di sostanze stupefacenti e sequestrati complessivamente quasi 3 kg di hashish, 12 di cocaina, quasi 1,5 di marijuana e la somma contante di poco più di 96mila euro, ritenuta provento dell’attività di spaccio.