«Sono ancora in una bolla e non me ne rendo conto». E’ il primo commento del conduttore tv Francesco Occhiuzzi dopo la sua liberazione dai sei mesi di arresti domiciliari in quanto indagato per l’inchiesta Reset della Dda di Catanzaro che fa capo al procuratore Nicola Gratteri. «Da sempre la compressione della libertà dell’innocente è considerata la massima ingiustizia – prosegue Occhiuzzi – ma in un sistema di custodia cautelare deficitario come quello italiano, la prognosi di colpevolezza rappresenta una anticipazione della sentenza di condanna, estremamente valorizzata dal tribunale mediatico. Anche se mi sento colpevole di essere italiano, questa volta la giustizia ha trionfato. Un potere pubblico irresponsabile rappresenta, spesso, un irrimediabile squilibrio democratico». Esultano i legali di Occhiuzzi, Sabrina Mannarino, Vito Caldiero senior e Carmine Curatolo:  «Esprimiamo grande soddisfazione per il provvedimento adottato dalla Corte Suprema di Cassazione, provvedimento ampiamente liberatorio che sin dalla lettura dell’ordinanza, emessa dal Tribunale della Libertà, auspicavamo ed avevamo previsto. Va effettuata una profonda riflessione sull’attuale sistema di verifica delle misure cautelari in sede di riesame – sottolineano i legali – in quanto, come noto a noi operatori del diritto, spesso accade che i giudici del Tribunale del Riesame sono chiamati ad esprimersi in tempi assai stringenti su provvedimenti cautelari che non permettono una vera ed approfondita analisi della fattispecie sub-judice.In altre parole, il rischio connesso alle maxi-operazioni è  che i Giudici del riesame non abbiano il tempo e il modo per valutare approfonditamente la singola vicenda riguardante la libertà personale dell’indagato».I legali precisano, inoltre, che «nel corso delle esecuzioni della misura cautelare, di comune accordo con il nostro amico Francesco Occhiuzzi, non abbiamo avanzato nessuna istanza di revoca e/o sostituzione della misura cautelare, nella piena convinzione che come anticipato, la Corte Suprema di Cassazione avrebbe posto la parole fine alla vicenda cautelare». Occhiuzzi, tramite i suoi legali, aveva impugnato l’ordinanza emessa dal Tribunale della Libertà di Catanzaro, con la quale veniva rigettato il ricorso per il riesame dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro. Nella sentenza di ieri la Corte di Cassazione dispone “l’annullamento senza rinvio dell’ordinanza impugnata nonché il provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di Catanzaro del 2 agosto 2022 e per l’effetto ordina la cessazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Occhiuzzi Francesco Pompeo di cui dispone la immediata liberazione se non detenuto per altra causa”.