Tornano i sigilli allo stabilimento dell’ossidazione dell’Italbacolor.

L’azienda fuscaldese, limitrofa al torrente Lavandaia era finita nell’occhio del ciclone mediatico, per la chiusura voluta della procura di Paola, per presunto sversamento di liquidi, tramite una pompa esterna, proprio nel torrente sopracitato.

L’Italbacolor é un’eccellenza territoriale che da lavoro ad oltre 80 famiglie, in tutta la provincia di Cosenza, e gode della stima imprenditoriale del sud Italia, quali preziosi e precisi fornitori di materiali.

La chiusura di uno dei tre capannoni ha recato, come ampiamente detto, problemi ai dipendenti, a rischio licenziamento.

Dopo le proteste degli operai, lo stabilimento ha riaperto, su ordine degli organi inquirenti, per permettere la ripresa del ciclo di produzione.

Ma, dopo qualche settimana di apparente tranquillitá, ieri sera, a fine turno lavorativo, i Carabinieri, delegati dalla procura, hanno riposto i sigilli per effettuare nuovi prelievi, nuove analisi, da consegnare all’Arpacal.

La chiusura, in veritá, non sarebbe stato un colpo di scena, gli ambienti se lo aspettavano, dato che sarebbe una prassi, in vista della chiusura delle indagini della procura di PAOLA.

Circolerebbe anche ottimismo nell’azienda fuscaldese, sul risultato delle analisi e sull’esito della decisione della procura paolana. Ma il condizionale é d’obbligo.

La speranza, e le preoccupazioni sarebbero legate ai tempi.

Gli operai hanno bisogno di lavorare ed auspicano infatti tempi celeri, per tornare alla normalitá, nel lavoro quotidiano, riaquisendo sicurezza, dopo il terremoto giudiziario che ha scosso anche e soprattutto loro.