Di Antonello Troya

Un colpo di scena l’inchiesta “Appalti e Massoneria” (in fase di chiusura indagini), lo riserva proprio a Belvedere, dove spuntano firme false e l’utilizzo, che riguarda la documentazione sequestrata, di timbri veri. Se per le firme false la procura ha caricato di un altro capo d’imputazione tre persone, Luigi Cristofaro, Francesco Arcuri e Giuseppe D’Alessandro, resta da chiarire chi ha dato il timbro vero del Comune di Belvedere?Ma andiamo per ordine. La procura di Paola ha notificato a sedici persone l’avviso di chiusura indagini per quanto riguarda l’inchiesta “Appalti e massoneria”. Presunti appalti truccati e legami con logge massoniche. Il compito è affidato ai Pm Antonio Lepre e Maria Francesca Cerchiara, su delega del procuratore Pierpaolo Bruni. I carabinieri della Compagnia di Scalea, diretta dal capitano Andrea Massari avrebbero accertato che tra la Basilicata e Belvedere Marittimo, Aieta e Scalea si sarebbero consumate presunte condotte illecite in appalti pubblici. Gli investigatori nelle loro relazioni parlano proprio di un “cartello” di figure pronte a commettere reati contro la pubblica amministrazione. L’avviso di conclusioni indagini segna un nuovo capo di imputazione a carico di Luigi Cristofaro, Francesco Arcuri e Giuseppe D’Alessandro. I tre avrebbero falsificato la firma dell’ex sindaco di Belvedere, Vincenzo Cascini e di due professionisti, l’ingegnere Davide Gazzaneo e l’ingegnere Carmine Ruggiero. I tre sono parte lesa nel procedimento penale.