“Ieri si è celebrata la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ed ognuno, per come ha potuto, ha dato un segno di testimonianza. Tuttavia, penso, che una giornata come questa debba servire per riflettere ed agire laddove si consumano quotidianamente lesione dei diritti delle donne e, in molti casi, negazione reiterata di diritti fondamentali come quello per esempio alla maternità. E’ il caso di ciò che sta accadendo sul Punto Nascita dello Spoke Cetraro-Paola le cui attività sono state sospese a seguito del tragico evento verificatosi il 17 luglio 2019 in cui perse la vita la giovane Santina Adamo”. È quanto afferma l’ex consigliere regionale, Giuseppe Aieta, che così prosegue: “Il Ministero della Salute dispose subito una visita ispettiva, in data 27 dello stesso mese, al fine di verificare eventuali responsabilità, e il 4 agosto venne decretata la sospensione delle attività del Punto Nascita da parte del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria e, nel contempo, disposta l’adozione a carico dell’ASP di Cosenza di “tutte le azioni necessarie a superare le criticità evidenziate nella nota ministeriale, oltre a quelle di carattere strutturale già rilevate dalla Commissione Aziendale per l’Autorizzazione e l’Accreditamento e dal responsabile dell’Ingegneria Clinica”. Vennero sanciti alcuni obblighi per superare le criticità tra cui: Organizzazione di un piano di formazione aziendale, così come previsto al punto 5 della Raccomandazione n.6 del 6 marzo 2018, finalizzato al costante aggiornamento e formazione del personale sanitario; Nomina del nuovo Direttore di Unità Operativa Complessa “Ginecologia Ostetricia”, posto attualmente scoperto a causa del pensionamento di quello precedente; Implementazione di tutte le UOC e dei servizi ritenuti essenziali, notevolmente depauperati di personale e mezzi in quest’ultimo anno.

In questi anni, nonostante le rassicurazioni del managment dell’Asp di Cosenza, non sono stati del tutto completati i lavori strutturali relativi alla realizzazione della nuova Sala operatoria dedicata, due Sale Parto e una Sala Post Partum all’interno dell’UOC Ginecologia-Ostetricia dell’Ospedale Spoke di Cetraro-Paola, con particolare riferimento alle dotazioni tecnologiche; In più, ad oggi, prestano servizio presso la stessa UOC, solo due unità mediche in quanto, una di ruolo è stata trasferita presso l’UOC di Corigliano ed un’altra, in ferie, è in attesa di mobilità presso altra azienda.Vi è di più. Il 22 novembre scorso il commissario dell’Asp di Cosenza ha indirizzato una propria disposizione organizzativa al Direttore UOC f.f. della Ginecologia nella quale si invita il Dr. Gigli a voler programmare in breve tempo la ripresa delle attività chirurgica ribadendo che nessun tipo di urgenza potrà essere espletato in attesa del completo ripristino delle risorse tecnologiche e umane che è in via di attuazione”. Aieta, afferma inoltre: “In sostanza la disposizione organizzativa del commissario dell’Asp non fa altro che confermare i nostri dubbi che ormai si sono trasformati in sospetti e cioè, che la riapertura del Punto Nascita è di là da venire, se mai verrà. Ma la cosa peggiore riguarda la scarsa capacità di capire che ci stanno portando a passeggio con provvedimenti che, per chi non conosce l’argomento, passano per vere e proprie conquiste. Chi sa e conosce ogni virgola della intricata questione, invece, interpreta quei provvedimenti commissariali come offensivi e mortificanti di una classe dirigente che ha sempre dimostrato negli anni di non abboccare il chiodo arrugginito come il merluzzo di verghiana memoria e, rispetto alle ingiuste decisioni dei vertici dell’Asp, ha sempre reagito senza timori reverenziali o sudditanza psicologica. Ho personalmente richiesto in Consiglio comunale che si inoltrasse richiesta d’incontro al Governatore della Calabria per discutere di tale vergognosa vicenda e al tempo stesso si avviasse un’azione legale nei confronti dell’Asp. Il reparto è pronto, le sale operatorie necessitano solo di strumenti tecnologici: tutto questo perché nel 2019 abbiamo messo in campo una battaglia che non ha risparmiato nessuno, senza timori e senza tentennamenti e che portò, dopo un rimpallo di responsabilità, a deliberare la spesa per l’adeguamento del Punto Nascita e il superamento delle criticità ravvisate dal Ministero. Le donne dell’intero tirreno cosentino e della Valle dell’Esaro hanno il diritto di vivere la maternità senza per questo avere l’ansia e il disagio di spostarsi addirittura fuori regione. Questa è una battaglia di civiltà che va condotta senza paura e con il massimo dell’unità”.