Ecco le prime reazioni post consiglio comunale di Acquappesa. Il Primo senza l’appoggio del consigliere Aneta Przybylo per la maggioranza del sindaco Tripicchio. Il Gruppo Consiliare “CambiaMenti” Acquappesa in merito al Punto Nr. 3  O.D.G.:  “Protocollo di Intesa Regione Calabria, Terme Sibarite spa, Comune di Acquappesa Guardia Piemontese” Presa d’atto e approvazione, ha inteso dichiarare: “Anche per il seguente punto all’ordine del giorno le osservazioni di questo gruppo sono sia di natura giuridico-amministrativa che politica. Il predetto punto recita testualmente:   “Protocollo di Intesa Regione Calabria, Terme Sibarite spa, Comune di Acquappesa Guardia Piemontese” Presa d’atto e approvazione. Intanto, è opportuno chiarire che un protocollo di intesa è un accordo tra le parti che non ha valore vincolante, non esprime alcun vincolo contrattuale, ma una semplice convergenza di interessi. La competenza per l’approvazione dei protocolli di intesa è quella residuale della giunta, considerato il regime tassativo delle competenze del Consiglio Comunale di cui all’art 42 TOE. Considerato, appunto, che si tratta di mero atto politico programmatico , oggi si chiede a questo Consiglio  una “presa d’atto” e una ” approvazione” il che rappresenta una contraddizione in termini, considerato che la presa d’atto sul piano giuridico è riconducibile ad un atto di tipo ricognitivo o un atto di conoscenza che svolge la finalità di attestare, accertare un fatto o un atto giuridico, quindi, si richiede una mera attestazione o dichiarazione di scienza circa l’esistenza di un provvedimento che rientra nelle competenze di altri. Detto ciò è evidente che,avendo portato all’attenzione di questo Consiglio il suddetto protocollo d’intesa, il Consiglio e questi consiglieri ne prendono senz’altro atto, attestandone l’esistenza, ma noi non possiamo approvarlo nè con votazione e neppure senza. Sicuramente ringraziamo tutti voi per aver portato il suddetto atto in seno al Consiglio, ma si è arrivati a ciò con un tantino di ritardo, nonostante le varie richieste da più parti provenienti.

Non possiamo approvare e non lo faremo un documento a cui si è giunti, senza la partecipazione, non solo dei gruppi di minoranza, ma anche della popolazione stessa. Indipendentemente dal contenuto, quindi,  non approviamo il Protocollo d’intesa per le modalità con cui si è giunti alla sottoscrizione dello stesso. Non solo, questo protocollo di intesa è stato sottoscritto, addiritura, mesi fa, ovvero, quando il regolamento sull’utilizzo delle acque termali, di cui oggi si è chiesta la sospensione, era perfettamente valido ed efficace. Pertanto, quel protocollo è stato firmato in totale spregio ed in contrasto al regolamento stesso. Questo protocollo è stato firmato rinnegando tutti quei principi e tutte le motivazioni che hanno spinto voi a compiere azioni illegittime, così come sancite dal Tar, quali l’abolizione del monopolio, l’eliminazione di comportamenti anticoncorrenziali. Si parla di vantaggi economici per i Comuni, ma bisognerebbe verificare quanto è stato speso sino ad ora per attuare quel disegno che con questo protocollo di intesa state rinnegando. E per evitare ogni tipo di strumentalizzazione, a voi tanto comoda, ribadiamo con forza che siamo perfettamente d’accordo a che le nostre Terme si sviluppino, che ci sia un cambio di passo rispetto al passato, che vengano valorizzate e che risorgano e ciò indipendentemente dal soggetto a cui verranno sub concesse. Ma se si parte sin dall’inizio con la formazione di atti illegittimi, azioni illegittime non è certo un buon inizio e l’epilogo non può che essere assolutamente negativo. Il rischio è che, proprio per non rispettare le regole, le conseguenze potrebbero essere disastrose. Quello che abbiamo chiesto sin dall’inizio è stata trasparenza e legalità in questa vicenda, entrambe disattese. Avevamo suggerito un percorso diverso, ovvero quello di  seguire le vie ordinarie e non la forma dell’esecuzione coatta prevista per le P.A. In tal modo si sarebbe arrivati allo stesso risultato, ma con in mano un titolo esecutivo, valido e legittimo, che avrebbe giustificato l’azione forzosa e non ci avrebbe esposto al ridicolo teatrino che si verificato ( sarebbe andato l’ufficiale giudiziario ed eseguire il provvedimento e non i Sindaci in fascia tricolore a dare e ricevere spintoni), ma sopratutto non ci avrebbe esposto al rischio di una causa per risarcimento danni, che ben presto arriverà. O pensate forse che questo silenzio della parte lesa sia un segnale di buon auspicio? Proprio le vicende storiche pregresse vi avrebbero dovuto indurre a riflettere un pò di più! E no! non è stata una scelta coraggiosa. Le scelte coraggiose  si possono definire tali quando, anche se impopolari, siano però fatte nel rispetto delle norme e della legalità, in caso contrario non sono scelte coraggiose, ma incoscienti. Ed è inutile che si sbandieri questo protocollo di intesa come un atto o evento storico. Intanto non è stato reso pubblico, neppure all’incontro tenutosi con la cittadinanza alla quale non è stata neppure fornita una copia di questo protocollo, al fine di poter  porre le giuste domande, in seno a quell’incontro.  In quell’incontro, infatti, si è parlato di una percentuale  spettante ai Comuni sul fatturato derivante dallo stabilimento “Thermae Novae” al raggiungimento di 2 milioni di euro pari al 5%, mentre nel protocollo d’intesa si legge 0,5%. C’è un pò di differenza!  Si è dati come già in cassa un finanziamento di 540 mila euro, mentre ne è stata fatta solo richiesta e la Regione ha semplicemente risposto ” prendiamo atto della richiesta”. Si è dato come già in cassa  le 700 mila euro  promesse da un ex Consigliere Regionale, oggi Senatore e già pronti i progetti per i lavori da effettuarsi, addirittura, tra qualche giorno. Tutti dati dichiarati, ma dei quali non c’è corrispondenza in nessun atto.  Nessuna somma presente nei conti  del Comune,  nessun progetto e  neppure incarico è stato conferito per gli imminenti lavori. Avreste potuto ricevere una qualsivoglia approvazione di questo atto se fosse stato  sottoposto al Consiglio Comunale, perlomeno, una bozza di questo protocollo d’intesa, prima della firma, onde poterne discutere, eventualmente emendare o modificare. Curioso, poi, che un protocollo d’intesa venga sottoposto a Consiglio Comunale, mentre la subconcessione delle acque concesse per la stagione scorsa sia stata fatta in conferenza dei Sindaci e addirittura con determina del responsabile del Settore tecnico. E per finire, ma non meno importante, l’affidamento diretto previsto in questo protocollo di intesa . Affidamenti diretti contro i quali questi Consiglieri sin dall’inizio della consiliatura si sono battuti, indipendentemente dai soggetti affidatari. Ma in questo caso ancora più pregnante perchè avete, voi stessi, sempre dichiarato la necessità, per legge, di un bando pubblico per l’affidamento della risorsa termale. E non è una giustificazione che i bandi siano andati deserti. Intanto, perchè solo il primo bando è andato deserto mentre il secondo si è concluso con la mancanza dei requisiti previsti in capo all’unico partecipante. Questo affidamento diretto, poi, è effettuato a condizioni completamente diverse rispetto a quelle di cui ai suddetti bandi. Ed ancora, siamo sicuri che possa essere subconcessa da parte dei Comuni la risorsa termale? I Comuni ne hanno, attualmente, il legittimo possesso? La sentenza del Tar sembrerebbe affermare che il legittimo possesso oggi lo avrebbe un altro soggetto. Ci rendiamo contro che, probabilmente ,quanto oggi stiamo osservando e quanto osservato in precedenza presenta aspetti sottili di natura giuridica amministrativa, probabilmente a molti di voi incomprensibili, considerata la specificità della materie trattate ed è proprio la complessità della materia, la peculiarità della storia delle nostre Terme  che avrebbe dovuto indurvi a maggiore prudenza nell’affrontare la questione ed a un maggiore e più umile confronto con le minoranze, con la popolazione, e con chiunque altro avrebbe potuto contribuire alla migliore risoluzione della questione, piuttosto che una solitaria decisione le cui conseguenze ricadranno su entrambe le popolazioni. E per inciso, dal  ” vicolo cieco” in cui vi siete infilati, si è usciti, momentaneamente, con la auspicata da tutti riapertura delle Terme Luigiane, solo grazie all’intervento d’imperio della regione Calabria, con tutti i limiti e le perplessità di cui appena detto. Non di certo per vostri sbandierati ma non meritati meriti. A dimostrazione, poi, che questi Consiglieri non sono affatto contrari ad una gestione nuova delle Terme, già da tempo abbiamo preso a colloquiare con il Presidente della società attuale gestore, al quale abbiamo espresso le nostre idee per migliorare ed incentivare l’afflusso turistico, già da questa stagione, con idee semplici ed attuabili già da subito. Abbiamo contezza che già alcuni dei nostri suggerimenti sono stati colti. Ciò solo per smentire coloro i quali ancora oggi, senza arte nè parte, e senza  che neppure provino a sforzarsi per comprendere ciò che evidentemente è fuori dalla propria portata”. Non finisce qui. I Consiglieri Comunali, Sandra Ricco e Mauro Avolio pungolano ancora. “Il punto all’ordine del giorno – Proseguono – consiste nella proposta di deliberazione del consiglio comunale relativamente alla “sospensione dell’efficacia del regolamento riguardante la disciplina dei contratti di utilizzo delle acque termali delle Terme Luigiane di Acquappesa e Guardia Piemontese”.” In realtà, a nostro parere,  si dovrebbe procedere alla  sospensione dell’esecutività della delibera Consiliare n. 29 del 24.11.2020  con la quale è stato approvato detto regolamento. L’esecutività e quindi l’efficacia del regolamento è derivata dall’approvazione dello stesso, mediante la suddetta delibera. Pertanto, il regolamento potrà essere sospeso solo se viene sospesa la delibera nella quale lo stesso è contenuto, la sua esecutività e di conseguenza  la sua efficacia. La esecuzione dell’atto amministrativo, inoltre, può essere sospeso, in virtù dei principi generali dettati in materia , in particolare dall’art. 21, 2° comma della Legge  7 agosto 1990 n. 241 e successive modifiche, ricorrendone solo  “gravi ragioni”, e “per il tempo strettamente necessario”, condizionientrambe che non si riscontrano nella proposta di sospensione. Nel caso specifico si procede alla sospensione del regolamento per 12 anni, termine assolutamente contrario ai dettami normativi. La sospensione di ben 12 anni del suddetto regolamento non risponde a nessun tipo di logica. La sospensione di un atto amministrativo prevede che lo stesso, appunto, rimanga sospeso per il periodo di tempo indicato nell’atto che ne dispone la sospensione. Decorso tale termine, l’atto amministrativo -inizialmente sospeso- riacquista efficacia, senza necessità di ulteriori formalità, ovvero di provvedimento esplicito che ne sancisca la “reviviscenza”. Ebbene, far riacquistare efficacia ad un regolamento a distanza di 12 anni è assolutamente illogico. Tra 12 anni, infatti, potrebbero mutare condizioni, necessità tali da poter ritenere senz’altro, questo regolamento anacronistico. Correttamente, dunque, forse si sarebbe dovuto procedere non tanto alla sospensione, ma alla  revoca e/o annullamento del regolamento. La seconda osservazione è di natura prettamente politica. In sede di approvazione del suddetto regolamento, i colleghi Consiglieri tutti ricorderanno bene  che questo gruppo ha espresso voto contrario all’approvazione, e lo ha fatto, come di consueto, entrando nel merito e spiegando in maniera dettagliata (circostanza facilmente verificabile dagli atti)  quali erano le criticità del regolamento stesso. Oltretutto, ha espresso voto contrario, non immediatamente e per puro spirito di “opposizione”, bensì solo dopo aver ricevuto netto rifiuto da parte della maggioranza alla richiesta di voler rimandare ad altra seduta l’approvazione del regolamento, richiedendo maggior tempo per meglio lavorare ed approfondire molti aspetti sul suddetto atto al fine di approfondire le tematiche e rivolgendosi anche, se necessario,  a consulenti esperti del settore, al fine di predisporre un regolamento, data l’importanza dello stesso, il più possibile puntuale, preciso e idoneo allo scopo.  Già la proposizione di questo punto all’ordine del giorno e quindi la richiesta di sospendere un regolamento che è stato sempre fatto passare come assolutamente necessario e propedeutico alla formulazione del bando ad evidenza pubblica per la sub concessione delle acque termali; che è stato fatto passare come un evento storico, a carattere unico e eccezionale, che avrebbe messo fine al monopolio, per noi rappresenta l’ennesima conferma di come già due anni fa avevamo perfettamente colto nel segno. E la conferma di come quelle criticità evidenziate a suo  tempo, effettivamente si sono verificate. Votare a favore della sospensione del regolamento sarebbe per noi senza dubbio e per tutti i motivi anzidetti, il classico sassolino da togliersi dalla scarpa,  una rivincita assoluta e indiscussa, poiché otterremmo esattamente il risultato invocato due anni fa, invece, perfettamente coerenti, come riteniamo di essere stati sin dall’inizio, il nostro voto sarà contrario alla sospensione del regolamento sia perché riteniamo non corretto l’iter procedurale per come già evidenziato prima e sia perché il suddetto regolamento è stato posto a fondamento di tutte le scelte e di tutte le fasi della vicenda, ormai nota come “questione termale”, con particolare riferimento agli avvenimenti degli ultimi due anni, ma soprattutto perché siamo stati sempre e continueremo ad esserlo, contrari ad un qualsivoglia sistema di affidamento diretto, soprattutto in questo caso ove  si è anche in attesa di ulteriori pronunce giudiziali, ma di questo ne parlerà più specificatamente  la collega Sandra Ricco nel suo intervento sul successivo punto all’o.d.g. Anche i due bandi o pseudo tali, sono stati redatti, pubblicati ed esperiti in virtù di tale regolamento che ha determinato effetti giuridici e posizioni sui quali la sospensione dello stesso potrebbe incidere determinando conseguenze pregiudizievoli e gravi responsabilità.            Responsabilità che necessariamente dovranno gravare su coloro i quali, a tutti i costi, ignorando suggerimenti e consigli, ma soprattutto proposte hanno approvato quel regolamento, nonostante questo gruppo avesse anticipato le criticità e le conseguenze che oggi puntualmente si stanno verificando. Per questi motivi il nostro Gruppo esprimerà voto contrario”. Conclude.