SEQUESTRO PARCHEGGI A PAGAMENTO. ANCORA UNA VOLTA LA PEZZA È PEGGIO DEL BUCO


Con una diretta Facebook mandata in onda nella tarda mattinata di oggi, il sindaco Perrotta è intervenuto sulla questione del sequestro dei parcheggi a pagamento disposto dalla GdF, ed ancora una volta ci tocca dire che la pezza è peggio del buco. Lo abbiamo appena ribadito nel corso del consiglio comunale conclusosi da poco: non è giusto affrontare la questione in questi termini.
Nel suo intervento il sindaco esordisce col dire che il suo chiarimento è dettato dal fatto che «sia dentro sia fuori il Consiglio Comunale c’è chi non aspetta altro he puntare il dito e spargere fango senza neanche documentarsi». In realtà, in questo come in altri casi, il nostro gruppo non ha fatto niente del genere, non ha espresso alcuna opinione proprio in attesa di comprendere gli esatti termini della questione, che il sindaco con l’intervento odierno non ha indicato.
In effetti l’intervento del sindaco è fuorviante e mistificatorio in più di una parte.
Egli afferma che «trasformare e, quindi, utilizzare piazza Aldo Moro come parcheggio a pagamento non costituisce nessun abuso», e questo grosso modo lo sappiamo tutti. Quello che non dice è che costituisce un abuso fare questa cosa senza concessione del Demanio, che è esattamente quello è successo in questi giorni a Scalea.
Il sindaco aggiunge che il Comune non ha incassato neanche un euro per questi parcheggi, e la cosa non ci risulta fondata, quantomeno perché sono stati venduti abbonamenti per i parcheggi a pagamento sul presupposto che vi fosse inclusa anche Piazza Aldo Moro, cosa che fa la differenza. Su questo anche noi cercheremo di approfondire, ma i singoli cittadini che hanno pagato sapranno dare informazioni utili.
Il sindaco aggiunge che la delibera di Giunta per utilizzare la piazza come parcheggio a pagamento è di aprile e che ci sarebbero stati ritardi nel procedimento successivo, mentre è chiaro che ad essere tardiva è proprio la delibera di Giunta, che ben poteva essere adottata prima, mentre non si può pretendere che gli uffici facciano l’impossibile per sopperire a ritardi dell’amministrazione.
Il sindaco attribuisce, quindi, la predisposizione delle aree a pagamento senza avere acquisito la concessione del Demanio ad un «ECCESSO DI ZELO» dei servizi, probabilmente mal coordinati tra loro, dimenticando che il coordinamento dei servizi spetta all’amministrazione e, soprattutto, che l’eccesso di zelo è la particolare cautela nell’adempimento di un dovere legittimo, mentre altra cosa è l’adozione di decisioni non precedute dall’emissione del titolo legittimante.
Aggiunge, poi, che il procedimento amministrativo per il rilascio della concessione è praticamente ultimato e «manca esclusivamente il pagamento dei canoni concessori per il 2021», dimenticando che il pagamento dei canoni non è un dettaglio insignificante del procedimento concessorio ma il presupposto fondamentale per il rilascio della concessione.
In tutto questo il sindaco non dice che se c’è una delibera di Giunta in ragione della quale il Comune deve beneficiare di proventi e questi proventi non arrivano per errori od omissioni, si genera addirittura un danno alle casse comunali, delle quali la sua amministrazione dovrebbe preoccuparsi.
Non mancano i soliti tentativi di addossare le responsabilità ai dipendenti o al passato, senza rendersi conto che cercare giustificazioni negli errori degli altri o del passato non dà ragioni al loro presente.
Quanto, infine, alle ragioni morali e politiche dei parcheggi a pagamento che non sarebbero stati istituiti per fare cassa ma per dare dignità al territorio, a parte la contraddizione in termini rispetto all’imposizione del pagamento, vien facile dire che la dignità si dà con l’efficienza dei servizi e non con l’imposizione di parcheggi a pagamento, peraltro in maniera penalizzante solo per alcune aree e non per tutte in maniera equa.
Quanto infine all’affermazione conclusiva sulla certezza di procedere per il meglio, beh! Diciamo che forse era il momento meno adatto di esserne così certi.
Da tutto questo noi abbiamo compreso che il sequestro dei parcheggi a pagamento è stato disposto perché il Comune li ha predisposti senza avere ancora acquisito il titolo concessorio, che il Demanio non ha rilasciato il titolo perché il Comune non ha pagato il canone, e che per tutto questo l’azione dell’amministrazione è illegittima.
Noi, per nostro umile modo di vedere, riteniamo che in questi casi, se proprio si voglia dire qualcosa, ci si debba attenere ad una umile richiesta di scuse per gli inconvenienti arrecati.
Sicuramente non accettiamo di essere additati come termine della discussione su un errore che è tutto dell’amministrazione Perrotta.

PER SCALEA