Le prime notifiche delle imposte comunali per il servizio idrico integrato hanno posto gli utenti di fronte ad un record di aumenti, tributi portati ai massimi storici, ben oltre quanto già stabilito dai vari commissari in periodi in cui tutto si giustificava col timore del dissesto, poi rivelatosi insussistente. Nonostante lo scampato dissesto, nonostante le imposte fossero già ai massimi, l’attuale amministrazione, nel mese di novembre, con delibere di Giunta n. 17 e n.19, ha stabilito gravosi aumenti sia per il servizio idrico integrato che per la TARI, e, come se non bastasse, tali aumenti sono stati applicati con efficacia retroattiva a tutto il 2020, con la pratica conseguenza che dopo meno di un mese sono partite richieste di pagamento per l’intero anno 2020 ma con tariffe soggette ai notevoli aumenti dell’ultima ora, applicate addirittura prima che scadesse il termine del 31 gennaio per comunicare le letture dei contatori. Ne è derivato uno sgomento diffuso ed acceso da parte dei cittadini, sia rispetto all’entità delle somme richieste per un servizio essenziale, sia in considerazione delle notevoli differenze con quanto pagato negli anni precedenti. Particolare disagio ci è stato manifestato anche dal Consorzio dei balneari, i cui componenti risultano notevolmente colpiti dalle nuove tariffe, paradossalmente all’indomani di quella che per loro è stata la stagione peggiore degli ultimi decenni. Allo sgomento è seguita l’indignazione, soprattutto in considerazione dei primi approfondimenti degli atti di aumento che, secondo avvocati e specialisti della materia sentiti da cittadini e comitati di cittadini, sarebbero del tutto illegittimi, soprattutto nella parte in cui gli aumenti sono applicati con efficacia retroattiva sulla base di delibere adottate dalla sola Giunta ed oltre i termini previsti dalla legge.
Invero, per far sì che le variazioni in aumento dei tributi comunali possano avere efficacia retrodatata all’inizio dell’anno di adozione è necessario che le stesse siano deliberate entro i termini di approvazione del bilancio di previsione e che siano allegate a quest’ultimo. Ora, considerato che i termini di approvazione del bilancio di previsione 2020-2022 scadevano il 31/10/2020, era necessario che la giunta deliberasse le variazioni tariffarie entro tale data e che entro i medesimi termini fosse proposta al consiglio la relativa variazione di bilancio, considerato che il bilancio di previsione era stato già approvato dal commissario prefettizio nel mese di settembre. Ebbene, non solo le delibere di giunta sono state adottare nel mese di novembre e, quindi, oltre i termini di legge, ma non è stata sottoposta al vaglio del consiglio neppure la conseguente e necessaria variazione al bilancio di previsione. Ma non è tutto. Un’ulteriore finestra temporale per la variazione tariffaria era rappresentata dalla delibera sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio, approvata dal consiglio comunale in data 27/11/2020. In quella fase, tuttavia, la proposta di deliberazione sottoposta all’approvazione dell’assise comunale non prevedeva l’adozione di alcuna misura finalizzata al raggiungimento dell’equilibrio, ritenendo che lo stesso fosse stato già realizzato con le delibere di giunta, ma che invece non avevano alcuna efficacia in termini di retroattività perché approvate oltre i termini di legge.
Le conseguenze che derivano dal mancato rispetto dei termini e delle modalità di approvazione delle variazioni tariffarie non sono dunque limitate all’inefficacia retroattiva degli inasprimenti impositivi ma inficiano altresì la salvaguardia degli equilibri di bilancio.
La situazione ci sembra delicata, sia per l’entità delle imposte, mai richieste in misura così elevata, peraltro nel peggior periodo della nostra economia già disagiata, sia per i delineati profili di illegittimità, che potrebbero aggravare i danni sia per l’ente che per gli utenti, costretti evidentemente ad impugnare gli atti per evitare pagamenti ritenuti ingiusti. Né vale rifugiarsi in giustificazioni circa l’inevitabilità delle pretese e la riconducibilità delle stesse a fatti del passato, giacché è noto che le imposte richieste nel 2020 coprono i costi del servizio per lo stesso anno, senza alcun riferimento a situazioni amministrative pregresse. Piuttosto sarebbe utile ricercare i motivi dei recenti aumenti da parte di SORICAL e verificarne la fondatezza, anche previo accertamento di eventuali dispersioni nel portata idrica, evitando di pagare sulla semplice presentazione di fattura, come riferito in Consiglio dall’assessore al bilancio e ai tributi, ing. Luigi Russo.
Di fronte a questa situazione ed alla inevitabile insorgenza di un contenzioso enorme che sembra già in via di preparazione ad opera di singoli utenti e di comitati di cittadini, in considerazione del danno che potrebbe derivarne all’ente ma, soprattutto, del danno immediato che si produce ai cittadini in difficoltà per il pagamento, riteniamo che l’Amministrazione debba procedere ad una rivalutazione dell’intera vicenda ed alla revoca o all’annullamento in autotutela degli atti che hanno determinato gli eccessivi aumenti delle imposte per l’anno 2020, sia in relazione all’aumento in sé, sia nella parte in cui la pretesa delle maggiori somme è applicata con efficacia retroattiva, richiesta che, per quanto detto, ci appare illegittima e comunque ingiusta.

PER SCALEA Il capogruppo, Angelo Paravati.